I still play vinyl

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Il giradischi? Il vinile? Ancora?

Sì, anche io, sapendo abbastanza bene come funziona la cosa, so che il formato digitale moderno, ad alta risoluzione, dovrebbe essere superiore a quello basato su supporto in vinile. Il punto di questa pagina non è questo, non è una superiorità sonica del vinile, ma piuttosto una “modalità” diversa di fruizione della musica che, a patto di avere voglia di prendersi cura della gestione di un sistema analogico serio (che non è uno scherzo), può ancora oggi dare molte soddisfazioni. Ma si tratta di una scelta. Quello che è necessario sottolineare prima di tutto è: non è il supporto ad essere superiore o inferiore ma la registrazione originale. Insomma, un file ad alta risoluzione (superiore a quella del CD), magari una rimasterizzazione moderna (spesso molto peggiore di quella originale) di un disco dei tempi in cui esisteva solo il vinile, suonerà quasi certamente abbastanza peggio di un disco in vinile in un sistema di qualità.

Il giradischi ce l’ho ancora e me lo tengo ben stretto. Ho anche diversi dei miei dischi di gioventù e continuo a comprarne quando posso. Il piacere di ascoltare un disco vero, cosa del tutto normale 30 anni fa, non è descrivibile ai giovani d’oggi (anche ai non più giovani che l’hanno totalmente dimenticato), bisogna farli provare. E’ un modo di fruire la musica molto più naturale degli attuali “metodi” digitali, freddi, frettolosi, distaccati, un po’ come la società del mondo d’oggi. Il contatto con il disco in sé, la sua copertina, così grande, di carta e non plastica, scalda l’anima a confronto del supporto ottico e dell’impalpabile file.

Dagli anni 70 ad oggi la ditta scozzese Linn non ha mai smesso di produrre il Sondek LP12, praticamente sinonimo di giradischi HiFi, per non parlare della Michell e i suoi splendidi Orbe e Gyro (il mio sogno nel cassetto).

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Per chi non vuole problemi e non se la sente di buttarsi sull’usato, un Project Debut o Essential è un ottimo inizio, economico e già regolato, con la sua testina di serie, pronto per suonare. Ancora meglio sarebbe un moderno Rega RP-1, anche se un vecchio giradischi, un Thorens come il mio ad esempio (foto in alto), o un Garrard, un Lenco, un Dual, rimesso in sesto e regolato per bene, ha molto da dire ancora oggi e può suonare molto meglio di un lettore CD che non sia di classe davvero alta. Intendiamoci: un vinile registrato male suonerà peggio di un CD registrato bene, nessuno lo nega e succede spesso. Il CD può suonare davvero bene in un lettore dedicato di un certo livello. Io amo particolarmente il vinile e non mi sento, per ora, molto attratto dal far suonare i file da un computer o hard disc connessi a un DAC (anche se sembra suonino comunque meglio di un CD), ma se dovessi consigliare di costruire un impianto hifi da zero partendo dal giradischi ad una persona che non ha neanche un disco, cercherei di scoraggiarla. Certo, se la passione e la curiosità è tale da andare avanti, accomodatevi pure, ma sarebbe più comodo cominciare col CD come sorgente iniziale, visto che è ancora il supporto più diffuso e, grazie al fatto che nonostante ciò sia sulla via del tramonto a causa del download di file audio, ha subito un notevole calo di prezzi negli ultimi anni.

I dischi neri (spin the black circle…)

See this needle, see my hand dropping it down…oh, so gently… Pull it out a paper sleeve. Oh, my joy, only you deserve conceit. You’re so warm…oh, the ritual, when I lay down your crooked arm…” Così cantavano i miei coetanei Pearl Jam (con una certa energia!) nell’ormai lontano 1994 (album Vitalogy). Il brano “Spin the black circle” era il tributo rock al “mezzo” musicale da loro più amato.

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Negli ultimi anni le vendite dei dischi in vinile sono risalite. Il motivo è per lo più dovuto al fatto che le case discografiche hanno fiutato un rinnovato interesse e hanno cominciato a rimpolpare i cataloghi per approfittare di una moda. Si rischia spesso di incorrere in incisioni scadenti o addirittura in riversamenti dal CD! Ma un disco in vinile, se ben registrato, è più naturale per l’orecchio umano. Riascoltare oggi un buon giradischi economico, regolato come si deve, potrebbe stupirvi più di quanto immaginiate. Questo perché il CD ci fu presentato come miracolo tecnologico, il fantascientifico “disco laser” indistruttibile (non è vero), senza rumore di fondo (e il rumore di quantizzazione dove lo mettiamo?), al solo scopo di far ripartire il mercato saturo dei dischi. Quindi se avete un vecchio giradischi a casa non sottovalutatelo. Se non lo avete ma avete ancora dei dischi in vinile in buono stato conviene certamente cercarne uno, nuovo (tra i marchi Project, Rega) o, certamente usato (Thorens, Rega, Linn, Era, Garrard, AR) ma occhio, ci vuole un po’ di esperienza. Non ve ne pentirete, la leggenda dei dischi che si usurano, che saltano e fanno tanto rumore è solo causa della mancanza di conoscenza e del fatto che quando il vinile era l’unico supporto, ben pochi si curavano di come regolare opportunamente il giradischi o forse neanche lo sapevano fare. Gli scricchiolii ed il rumore di fondo sono delle realtà, ma è pur vero che aumentando la qualità del sistema, in particolar modo di braccio e testina, si possono diminuire, minimizzare, in alcuni casi possono scomparire. Quando ciò è inevitabile, la qualità dell’ascolto è tale da consetirci di convivere facilmente con essi. Ma un disco tenuto a dovere, pulito per bene, rimesso nella sua custodia in posizione verticale, suonato sempre su un giradischi ben regolato, può tranquillamente durare più di un CD. Ho dischi degli anni 60 (!!!) che suonano ancora perfettamente…

Ripeto, è difficile spiegare il piacere che si prova ascoltando un disco in vinile. Spesso anch’io ascolto la musica in fretta, inserendo un CD nel lettore o le cuffie nell’iPhone, e via. Ma qualche volta mi capita di avere un po’ più di tempo e mettere sul piatto un bel disco in vinile. Che differenza! Magari la apprezzo molto di più proprio perché non ascolto vinile ogni giorno e accade dopo diverse ore di riproduzione musicale frettolosa e distratta. Sono solito fare paragoni con la fotografia: gustare una stampa da pellicola è ben altra cosa di una stampa da file digitale. Il calore del suono analogico (non inteso come timbro o coloritura del suono, ma come sensazioni) è parente stretto di quello che emana da una foto su pellicola. Non importa se c’è qualche rumore di fondo (la grana), il messaggio generale è più coinvolgente, più emozionante, più riposante. Credo che sia dovuto al fatto che il nostro orecchio (come il nostro occhio) è analogico e quindi il suono analogico (o la pellicola) risultano più naturali, più piacevoli ai nostri sensi. Non è roba di altri tempi, questo è l’errore più grande che si fa. Il giradischi è attuale, esistono diverse case di produzione che vi investono soldi in ricerca ed è anche possibile trovare sul mercato giradischi dalla tecnologia aereo-spaziale, a levitazione magnetica, dal prezzo comparabile a delle automobili. Certo, altro errore sarebbe credere che sia sempre meglio il vinile rispetto al CD. Bisogna fare attenzione ad emettere giudizi definitivi. Un ottimo lettore CD può far suonare benissimo i dischi ottici nonostante i loro limiti “genetici”. Se il giradischi non è ben regolato, la testina non è allineata, il disco è rovinato, l’esperienza auditiva potrebbe non essere delle migliori. E poi esistono sempre le buone e le cattive registrazioni, che non dipendono certo dal tipo di supporto. Abbiamo tanti dischi in vinile? Ben venga un nuovo giradischi o il “restauro” di quello che abbiamo. Non abbiamo più dischi in vinile? Scegliendo opportunamente il lettore CD vivremo felici lo stesso…