Le sospensioni

Per accedere alle molle di sospensione il giradischi va capovolto facendo attenzione all’olio nel pozzetto del perno: se è vecchio meglio svuotarlo, altrimenti metteteci un tappo.

17034907139_7355b7a941_o

Nella foto del Thorens capovolto, le tre frecce rosse indicano le tre molle che isolano meccanicamente il sottotelaio dal telaio. Le molle offrono la sospensione, progettata per smorzare le vibrazioni esterne, prevalentemente provenienti dagli altoparlanti, ed isolare telaio e braccio di lettura dall’ambiente. Le sospensioni vanno smontate utilizzando un cacciavite a tubo adatto ai bulloni che le trattengono, ma solo dopo averle segnate con colori diversi in modo darimetterle ognuna dove era. Ogni parte (molla, rondella, bullone e i due gommini superiore ed inferiore – vedi foto a lato) va lavata con acqua e detersivo per piatti, grattando (solo le parti metalliche) con una spugnetta metallica; il tutto va poi conservato, assieme alla cinghia, in una busta con borotalco in cui asciugherà completamente. Vi sono anche dei tondini di materiale spugnoso che si possono tranquillamente gettare, non servono a nulla. Se le molle non dovessero più riuscire a fare il loro lavoro andranno sostituite.

thorens-suspension-assembly

I componenti delle sospensioni di un giradischi Thorens anni 70

Nel frattempo possiamo approfittare per rivestire l’interno del mobile con pasta per lavelli, un materiale smorzante (blue tac per gli anglosassoni – in Italia è bianca e si usa per sigillare lo spazio tra lavello e muro) e/o ritagli di fogli bituminosi, utilizzati dai carrozzieri per insonorizzare. Rimontato il tutto si rimetterà in piedi il Thorens, facendo bene attenzione che le tre viti siano centrate nelle molle, che anche la base del braccio, fissata al sotto-telaio, sia libera di oscillare verticalmente nel suo alloggio, senza toccare lo chassis. Ciò si ottiene ruotando le molle in modo che dirigano la loro spinta nella direzione giusta – con pazienza, procedere per tentativi. Poi, armati di olio per macchine per cucire o armi, passeremo ad oliare il perno e la sua sede prima di riposizionare il contropiatto (senza premere per infilarlo, ma lasciandolo scendere da solo). A questo punto possiamo rimettere la cinghia al suo posto, poi il piatto stesso e procedere alla regolazione

hifi-td1

Il tutto va fatto con un disco ed eventuale clamp smorzante su di esso, ossia nella situazione di normale lavoro del giradischi. Ho utilizzato quattro lattine per tenere il Thorens sollevato sul suo posto di lavoro e poter accedere dal basso ai bulloni che regolano le tre molle. Il gioco consiste nel regolare la tensione delle tre molle in modo che sopportino il peso del sottotelaio+contropiatto(telaio)+telaio(piatto) e tutto il resto lasciandoli sospesi (foto a sinistra): se troppo basso, il lamierino del controtelaio tocca contro dei fermi in legno messi lì apposta (solo nei primi modelli) per non farlo scendere troppo – il controtelaio si bloccherebbe sul mobile del giradischi e non potrebbe più girare; se troppo alto, il lamierino si bloccherebbe sotto lo chassis del giradischi sollevando troppo il contropiatto, tanto da far sfuggire la cinghia. Insomma, con un po’ di pratica, stringendo e allentando a turno i bulloni regolatori delle tre molle (due di essi evidenziati nella foto in alto a sinistra), si raggiunge la posizione orizzontale ottimale, in cui il sistema è libero di oscillare verticalmente tra i due limiti superiore ed inferiore.

hifi-td2Appena il sistema è un po’ libero di muoversi in senso verticale, è bene assicurarsi ancora che le tre molle siano perfettamente centrate sulle loro viti (disegno in alto a destra) e che la base del braccio lo sia nella sua vaschetta in modo che tutto possa oscillare verticalmente senza toccare alcuna parte del mobile. A questo punto bisogna armarsi di altra pazienza e posizionare una livella a bolla sul disco per regolare le molle ulteriormente affinché il piatto possa ruotare senza oscillazioni su un piano perfettamente orizzontale (foto a destra). Raggiunto lo scopo si possono eliminare le lattine e conservarle per la prossima regolazione (circa una volta l’anno?). A questo punto proviamo a valutare l’efficienza delle molle dando un colpetto col dito al disco, nell’area dell’etichetta, in senso verticale: il sistema dovrà essere in grado di oscillare verticalmente almeno 6-8 volte prima di smorzarsi progressivamente. Se non lo facesse dovremo ricominciare d’accapo con la regolazione delle molle. Altrimenti significa che alcune di esse, se non tutte, hanno perso negli anni le loro capacità elastiche e non ce la fanno più a sopportare il peso e ad ammortizzarlo. Si può provare a scambiarle di posto, altrimenti andranno sostituite. Dovrebbe essere possibile reperirle. Comunque è molto raro che ciò si renda necessario, le molle Thorens invecchiano molto bene. Non ritengo utile applicare molle più forti come quelle della Linn: bisogna poi aggiungere peso al sistema e la sospensione diventa più rigida. Non sono sicuro che isa meglio o peggio. Nel mio caso, almeno due delle molle sembravano aver perso un po’ della loro forza (quelle evidenziate nella foto in alto a sinistra), ma sono riuscito ad ottenere il giusto equilibrio stringendole quasi al limite della loro lunghezza. So da altri utenti esperti che proprio quelle due molle di solito vanno strette quasi al massimo. Quindi probabilmente va bene così…