Born to play guitar

Ah sì? A che scopo? La domanda magica è “a che scopo?” L’arte è lo scopo finale. Salva le nostre anime e ci fa vivere felici. Ci aiuta a esprimere noi stessi e essere felici senza l’aiuto di alcol e droghe. In risposta a una domanda così pragmatica, dobbiamo essere forti.”Solo per il divertimento. Mi spiace divertirmi senza di te”
Young-ha Kim

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Sul palco con la mia Stratocaster negli anni ’10

Sono chitarrista solista e voce in due coverband rock/blues. Diciamo subito che il mio livello è tale da permettermi una minima decenza davanti ad un pubblico di certo mai troppo numeroso. La mia caratteristica tipica è quella di poter eseguire con chitarra acustica e voce un repertorio rock non troppo vario ma piuttosto consistente, senza leggere nulla, tutto a memoria. Come chitarra solista posso permettermi di affrontare cover di un certo impegno senza sfigurare troppo. Insomma, sembra che con le mie band ne venga fuori uno spettacolo godibile e questa è l’unica cosa che conta a livello di hobby. Sicuramente la chitarra è la cosa che mi rappresenta di più, quello che sono io veramente. Anche se è qualcosa che posso portare avanti solo nei ritagli di tempo…

Lasciatemi quindi usare il titolo di un album del grande Buddy Guy, è troppo calzante, non posso resistere! Di solito davanti a un padre di famiglia della mia età che suona la chitarra in un gruppo, molti storcono il naso, sembra una cosa adolescenziale, che poco si adatta a chi ormai è adulto. In realtà succede perché a tutti noi che non facciamo dell’arte un lavoro è stato insegnato di soffocare il naturale istinto a fare arte che abbiamo innato sin da bambini. Se qualcuno da adulto si permette di tenerlo sveglio in qualche modo, scattano le reazioni negative. Diciamo che è normale. Ma diciamo pure che non è mai troppo tardi, come dice lo scrittore coreano Young-ha Kim, sarebbe urgente ritrovare il nostro bambino soffocato e lasciarlo esprimere. E’ salutare, ne va del nostro corretto equilibrio mentale. Ed è proprio per questo che lo faccio. Sono nato per suonare la chitarra!

E sono nato con la Musica (non mi sto vantando, in realtà mi sto prendendo in giro da solo). Era il 1964, i Rolling Stones avevano da poco pubblicato il loro primo album, i Beatles facevano uscire il loro secondo e terzo disco, Bob Dylan cantava che “i tempi stavano cambiando”, l’omonimo album era “uscito” due giorni …prima di me. Il mio ricordo più lontano è proprio legato alla musica. Ho questa immagine di me che aiuto uno zio a mettere dischi su una fonovaligia bianca mentre gli adulti ballavano. Mi dicono che era il carnevale del ’66, quindi io dovevo avere un anno e mezzo…

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In sala prove con la mia imitazione Stratocaster negli anni ’80

Non ho mai avuto una spiccata sensibilità artistica (ed da tempo cerco di rimediare lavorando su questa mia “atrofia” frequentando di tanto in tanto mostre e musei), ma la Musica non è mai stata un problema. E’ l’unica forma d’arte che da sempre, in modo del tutto naturale, mi ha impregnato l’essere, mi ha preso da dentro, toccando nervi ben scoperti. Possiamo parlare di qualunque argomento, in qualunque campo; io non avrò mai posizioni preconcette, sarò sempre aperto alla discussione, cercherò sempre di essere moderato. Con la Musica no. Qui ho i paraocchi. Non sopporto di ascoltare Musica che non mi piaccia (badate bene, “che non mi piaccia”: riconosco senza problemi le capacità artistiche e le doti musicali, ma se il prodotto non mi piace non lo sopporto e lo dico chiaramente). Davvero, è l’unico campo in cui faccio così, ascoltare Musica a me non gradita agisce negativamente sul mio umore e cerco di evitarlo. Credo che sia dovuto al fatto che la Musica sia l’unica che riesce ad arrivare nel profondo del mio essere, influendo sul mio stato d’animo, comunicandomi il messaggio dell’artista direttamente. Cosa per me molto difficile da ottenere con altre forme d’arte, almeno fino a qualche tempo fa.

Fin da piccolissimo (ancora non andavo a scuola) cantavo ripetendo a memoria le canzoni ascoltate alla radio, mimando con la voce anche le parti strumentali. Parecchio dopo, verso gli undici anni, scoprii il mio strumento, la chitarra, grazie a mia sorella, più giovane di me di due anni, che incuriosita sperimentava con la chitarra di un nostro zio. Non ho mai studiato (anzi, lo faccio più oggi che da giovane). Tutto quello che ho fatto, l’ho fatto grazie ai suggerimenti di chi era più avanti di me e grazie a quel poco di musica che si studia nella scuola. Non ho mai imparato a leggere e scrivere un pentagramma in tempo reale, ma so come funziona. Non ho un metodo, quello che so fare, poco o tanto che sia, mi è venuto di istinto, senza consapevolezza, non so spiegare come. Cosa che non mi succede in nessun’altra attività.

Qualche anno dopo aver scoperto la chitarra scoprii la stereofonia e l’Alta Fedeltà e capii che per me era anche molto importante poter ascoltare la Musica nel migliore dei modi. Insomma, quando se si parla di arte per me si tratta di Musica. Non la scrivo e non la leggo, ma mi piace ascoltarla e suonarla. La cosa migliore che ho fatto negli ultimi anni è riprendere a farlo sul serio. Mi fa bene e già questo basta e avanza…