Le passioni servono poi a qualcosa…

Come è evidente da questo sito, sono sempre stato una persona dai molteplici interessi. Non mi sono mai focalizzato su un solo oggetto. Ho bisogno di variare, spaziare. Per me fare sempre la stessa cosa è un po’ come essere in prigione. Chiaramente, chi concentra tutte le energie su un solo argomento ha molte possibilità di avere successo in quel campo. Io mi sono sempre autocriticato per aver disperso le mie energie su tante cose senza farne mai una davvero al meglio. Poi qualcuno mi ha fatto notare che esistono anche e pentatleti e decatleti. E’ una caratteristica personale. E al giorno d’oggi devo dire che è stata la mia fortuna…

Fin da bambino ho avuto il pallino della musica. Cantavo prima di andare a scuola. Ascoltavo alla radio la classifica dei brani e mettevo i dischi a casa degli zii che avevano un giradischi.
A 11 anni ho cominciato a suonare la chitarra che è diventa la mia caratteristica principale. Ero sempre con la chitarra tra le braccia e mi si accusava pure di usarla come scudo. A 16 anni i miei genitori mi hanno regalato la prima chitarra elettrica e non riuscivo a separarmene. Presto la passione per la musica mi ha portato a quella per l’alta fedeltà e la stereofonia.

Con la musica cresceva di pari passo il mio interesse per la lingua inglese, in realtà già iniziato dalla scuola elementare. E’ poi risultato utilissimo all’università e dopo, per il lavoro. Da bambino ero partito dalla chimica per passare all’astronomia. Alla fine mi sono laureato in geologia.
Poco prima di iscrivermi all’università è cominciato il mio interesse per i computer, che a quel tempo cominciavano timidamente a comparire nelle case. Il mio primo computer è stato un Commodore 64, poi per preparare la tesi di laurea i miei mi hanno regalato il primo PC.


Ho sempre usato internet in questo modo, per informarmi, per conoscere e approfondire


Il mio PC girava sempre con una versione di Windows in inglese e la tastiera americana. Venivo criticato per non usare la mia lingua e di essere un fissato del computer, sempre a sperimentare configurazioni, aggiornare componenti, assemblare PC, provare varie distribuzioni di Linux prima di passare al Macintosh. Il mio interesse era sempre di tipo scientifico, ero mosso dalla voglia di capire.
Ad un certo punto era arrivata Internet. Il primo impatto mi colpì moltissimo. Le mie prime ricerche erano sul tema della geologia, della tettonica in particolare ed ero sommerso dalla quantità di informazioni disponibili. Ho da subito interpretato internet come una fonte di informazioni, una sorta di enciclopedia virtuale ben prima che apparisse Wikipedia. Ho sempre usato internet in questo modo, per informarmi, per conoscere e approfondire. A quel tempo i social network non esistevano, nemmeno i telefoni cellulari erano molto diffusi. Ho fatto molta resistenza prima di comprarne uno. Quando sono arrivati gli smartphone li ho accolti invece con favore, per me erano e rimangono dei computer palmari. Ad un certo punto la mia curiosità mi ha portato a voler capire come si crea un sito web. E così è nato il mio sito personale. Ho aperto degli account su un po’ tutti i social network per capire come funzionassero. Li utilizzo, certo, ma cerco di concentrarmi sulle informazioni che posso raccoglierne, piuttosto che su delle mere attività “social”. Ma di recente sto limitando al minimo l’utilizzo dei social.


Invece sono uno di quei pochissimi figli degli anni 60 in grado di utilizzare le nuove tecnologie senza alcun problema


Quando uso lo smartphone, messaggistica e mail a parte, il 90% delle volte è per leggere qualcosa, che siano notiziari o informazioni che ho voglia di conoscere. Sono stato accusato di avere la fissa esagerata della chitarra, di essere un fanatico dei computer, di essere sempre attaccato telefonino, di amare l’inglese più della mia lingua (non è vero). Il grosso delle mie attività online sono destinate a conoscere e divulgare (dal mio sito più che con le condivisioni social).
Ci ho messo molto per trovare un lavoro da geologo. Sono stato criticato per non aver accettato o mantenuto altri lavori. Ho tenuto duro ed ho ottenuto il lavoro dei miei sogni. Poi è successo un disastro. Ero passato dall’università all’industria e la compagnia di esplorazione idrocarburi canadese per cui lavoravo è fallita. Ho perso il lavoro poco più che cinquantenne, in piena crisi economica.
E’ stata dura ma se sono riuscito a riciclarmi è stato merito delle mie fissazioni per l’inglese, per i computer e anche per la chitarra: un amico con cui suonavo mi ha assunto grazie alle mie conoscenze informatiche ed il mio inglese – sono praticamente bilingue. Se non avessi ripreso a suonare dopo la perdita del lavoro non avrei mai conosciuto così bene chi me ne ha poi offerto un altro.


Le mie capacità di analisi e risoluzione di problemi, tipiche di chi ha studiato materie scientifiche, sono risultate fondamentali.


Le mie capacità di analisi e risoluzione di problemi, tipiche di chi ha studiato materie scientifiche, sono risultate fondamentali. Ancora di più lo è stata la mia dimestichezza con qualunque tipo di software o sistema operativo e la comprensione di come funzionano i linguaggi di programmazione. Il mio inglese è ottimo, senza false modestie. Chi mi ha criticato per esserne un “patito”, chi mi prendeva in giro per “essere sempre davanti al computer” o per essermi messo a suonare la chitarra in un gruppo rock a 50 anni come fossi un adolescente, può ritenersi ben servito. Se non avessi fatto tutto questo da prima dell’università, oggi potrei essere sotto un ponte. Invece sono uno di quei pochissimi figli degli anni 60 in grado di utilizzare le nuove tecnologie senza alcun problema, anzi, con una certa dimestichezza pure…
La mia attrazione per le scienze, l’interesse per l’informatica, la fascinazione per la lingua inglese e, sì, anche la passione per la chitarra, mi hanno praticamente salvato la vita.