Bio

EPSON MFP imageSono nato a Roma nel 1964 da famiglia molisana. Dico sempre di essere un cittadino romano di origini sannite che ha sposato un’etrusca. Così non mi sono fatto mancare nulla. 😉

Fin da prima di imparare a leggere e scrivere cantavo. Memorizzavo i testi delle canzoni che ascoltavo alla radio dei miei genitori e li ripetevo, intonando sia le parole che la musica. Coinvolsi anche mia sorella di due anni più giovane che a un certo punto scopri la chitarra di uno zio e da lì cominciai anche io a suonarla e non ho più smesso. Avevamo finalmente uno strumento con cui accompagnare i nostri cori, una cosa che ha fatto da sfondo più o meno costante alla nostra gioventù.

La passione per la chitarra ed il canto, per la musica in genere, mi portò anche verso l’alta fedeltà. Tutti avevano un impianto stereo in casa negli anni 70, anche una coppia di miei zii. A casa loro scoprii l’effetto stereo e ne rimasi davvero colpito. Il loro giradischi stereo passò a me quando acquistarono un impianto coordinato. Più avanti i miei mi regalarono alcuni componenti e misi su il primo impianto. Ancora oggi non posso fare a meno di un impianto stereo ad alata fedeltà.

Da adolescenti vivevamo in una piccola città e nostro padre era foto segnalatore della polizia scientifica. Lui ed un paio di colleghi che vivevano vicino a noi facevano a turno con l’uso delle automobili per andare in ufficio. Uno di essi aveva una meravigliosa Alfa Romeo Giulia, l’auto dei miei sogni. Quando toccava a lui ero emozionato! Ero cresciuto col mito di mio padre che sfrecciava sulle pantere della Polizia e la Giulia era l’automobile numero uno di quei tempi. Tutto ciò ha innescato una passione per un marchio che almeno in origine costruiva auto col cuore, non per ragioni commerciali.

Uscito da scuola, mi fermavo in Questura ad attendere che mio padre finisse il turno. A volte ero con lui in camera oscura a osservare affascinato il processo di sviluppo di un rollino in bianco e nero (il soggetto era di solito meno interessante se non macabro). Un giorno mio padre tornò a casa con una splendida Nikon FM cromata e da allora è per me la macchina fotografica per antonomasia.

Da quando alle elementari un collega di mio padre mi regalò Il Piccolo Chimico, rimasi affascinato dalle scienze, dalla chimica all’astronomia. La cosa faceva il paio con una passione per la fantascienza nata con UFO negli anni 70 e Spazio 1999 a seguire. I computer li sentivi nominare solo nei film di fantascienza e quando cominciarono a proporsi nelle case ero incuriosito. Acquistai dei fascicoli di informatica in edicola e valutai seriamente di iscrivermi ad un corso universitario. Andò diversamente ma le capacità al computer mi avrebbero sempre contraddistinto e un giorno mi avrebbero consentito una rinascita.

Sognando la relatività, i buchi neri e i viaggi nel tempo di cui ci parlava il meraviglioso professore d matematica e fisica delle superiore, finii per iscrivermi a Fisica ma non avevo fatto i conti con lo striminzito programma di matematica della scuola superiore che avevo appena lasciato. Corsi verso una disciplina con minori requisiti matematici e trovai la Geologia. Grazie ad un altro meraviglioso insegnante me ne appassionai e diventò il mio lavoro per un felice periodo di tempo in cui ho messo su famiglia con una splendida moglie ed un figlio meraviglioso. Purtroppo la carriera geologica subì un brusco stop e dovetti recuperare con l’informatica.

Proprio mentre la mia carriera di geologo prendeva il via mi imbattei in un’arte marziale che mi spiazzò: non mi ero mai preoccupato di imparare a difendermi né ero affascinato dalle discipline orientali. Un amico apriva il suo corso di Aikido e mi invitò a provare. Riluttante ci andai e fu amore a prima vista. per 20 anni ho praticato Aikido intensamente, per 10 di essi l’ho insegnato con passione. Persi il lavoro da geologo per cui avevo tanto combattuto e ritrovai l’amore per la chitarra. Probabilmente la combinazione dei due eventi, poi un trasloco ed il Covid mi hanno allontanato dall’Aikido…