La Stratocaster, Hendrix e SRV

Suono la chitarra da quando avevo 11 anni e ho sempre sognato di avere una Stratocaster. Era la chitarra usata da Dodi Battaglia e la volevo anche io. Non potevo certo permettermela e i miei genitori mi comprarono una riproduzione, il regalo più bello che io abbia mai ricevuto. Tempo dopo ebbi modo di acquistare a prezzo di costo una Strat della PRS e poi quasi smisi di suonare. Ripresi parecchio dopo e decisi di realizzare il sogno. Vendetti la PRS e acquistai una Fender Stratocaster. Anche se è una Made in Mexico, ritengo di aver raggiunto il mio obbiettivo. È una riproduzione vintage del 56, uno dei primi modelli creati da Leo Fender che si chiama come mio figlio e compiva gli anni il mio stesso giorno.
Suonando la chitarra elettrica è inevitabile arrivare prima o poi a Jimi Hendrix, Eric Clapton e Stevie Ray Vaughan, in particolare se si ama la Stratocaster; o meglio, se si amano quei chitarristi si finisce per sognare una Stratocaster.
Per me il sogno si è innescato con un chitarrista italiano, poi i soliti David Gilmour e Mark Knopfler mi hanno spinto a risalire a Jimi Hendrix e al suo erede chitarristico SRV.

Avevo ripreso a suonare da po’ in un gruppo quando mia moglie facendo zapping si sofferma su un concerto dal vivo di un giovanotto americano che le ispirava simpatia: John Mayer si esibiva alla manifestazione di Eric Clapton Crossroads con la sua Gravity brandendo una Stratocaster. Ma guarda, mi dissi, ci sono ancora giovani che suonano la chitarra in un certo modo. Giovani…. Vabbè, Mayer ha solo una dozzina di anni meno di me… e “un po’” di tecnica in più. Ma mi aveva incuriosito e alla fine Gravity è entrata in modo permanente nella scaletta del mio gruppo. Acquistai l’album Continuum più per mia moglie che per me stesso, ma ascoltandolo mi fece ripensare al vecchio amore per Hendrix e SRV. Come tantissimi chitarristi, John Mayer era passato da Vaughan e Hendrix per riscoprire i grandi a cui essi stessi si erano ispirati. Lui poi ha fatto molto di più perché ci ha suonato insieme ed è diventato uno dei migliori chitarristi contemporanei. Ma la simpatia che ha fatto a mia moglie (niente battutacce sullo stereotipo del chitarrista belloccio che attrae le ragazzine, mia moglie non lo è) mi ha fatto incuriosire sul personaggio: agli occhi di mia moglie Mayer è un ragazzo semplice, il classico americano bonaccione di buone intenzioni, scanzonato e spensierato come mia moglie vede gli americani. Eppure Mayer soffre di attacchi di panico e ha avuto diversi problemi con i media per della battute infelici a sfondo sessuale fatte durante una famosa intervista.
Ma per qualche motivo mi ci immedesimo (a parte la facciona belloccia e i passati flirt con donne famose e la vita notturna di New York ;-)). Insomma c’è qualcosa nel giovanotto del Connecticut che fa simpatia anche a me.

John Mayer esegue Gravity al Crossroads del 2007

Sarà che entrambi eravamo fissati per la chitarra da timidi ragazzini, solo che lui ascoltava SRV e io i Pooh. Ok, Dodi Battaglia è stata un’ottima scuola…
Lui se ne stava chiuso in stanza a suonare la chitarra e i genitori preoccupati pensavano avesse un problema… avrei voluto avere lo stesso “problema” anch’io: le mani d’oro… Un po’ tutti i chitarristi hanno iniziato così, passando ore a tentare ,a provare, cercando di capire come diavolo i nostri idoli potevano riuscirci. Un po’ tutti si è iniziato forse perché timidi e insicuri, si cercava nello strumento simbolo delle star una possibilità di rivalsa, di fare qualcosa in cui pochi riescono e di esprimere in qualche modo quello che non si riesce ad esprimere altrimenti.
Anche JM come me sognava una Stratocaster…. Prendeva tutti i dettagli dal catalogo Fender e trascriveva quelli della Stratocaster che avrebbe voluto lui!
Io sbavavo sulla vetrina guardando una Stratocaster dal prezzo impossibile.
Lui ne ha una marea ovviamente e alla Fender ha potuto realizzare il suo sogno contribuendo alla costruzione della sua Stratocaster signature.
Io l’ho realizzato quando vendendo la PRS sono riuscito a comprare una Stratocaster messicana usata. Lui invece è passato a disegnare con Paul Reed Smith stesso una Strat PRS su misura…
Amiamo entrambi sia Bruce Springsteen che i Pearl Jam…

Jimi Hendrix. 1942-1970

Per il resto altri mondi… incomparabile tecnica ed esperienza chitarristica tra me e Mayer, ci mancherebbe! Poi lasciatemi dire che un chitarrista di quel livello in Italia avrebbe fatto molto meno o ben poco. Ce ne sono tanti ma se non sei in USA o UK più di tanto non puoi fare (vediamo come andranno i Maneskin che sembrano ribaltare questa idea). Ricordate la battuta che se Steve Jobs fosse stato in Italia la ASL gli avrebbe chiuso il laboratorio e addio Apple? Beh, è ancora così, e se i Maneskin mi smentiranno sarò felice ma dirò che ce ne sarebbero potuti essere molti di più.

Leo Fender, nato il 10 agosto 1909 e il sottoscritto, 10 agosto 1964, con tra le mani una Stratocaster anni 50 (la mia è una recente replica made in Messico)

Sto studiando alcuni riff di John Mayer che mi spingono ad approfondire ancora di più Hendrix e SRV. Come John Mayer ha dichiarato, anche per me questi sono un invito ad attraversare a ritroso la storia della chitarra elettrica in un viaggio nel blues del passato. È naturale che avvenga così per tutti a qualunque livello si sia: io che posso esibirmi con la musica di altri davanti a un piccolo pubblico con un minimo di decenza e gente come John Mayer che esalta stadi con la sua musica.
Alla fine si acquistano dischi di un artista perché se la sua musica ci tocca qualcosa in comune ci sarà!

Anche io amo la Stratocaster e chi l’ha resa famosa; già questo sarebbe abbastanza per giustificare il mio interesse per l’artista americano. Ma mi piace aggiungerci quella passione un po’ autistica per la chitarra, una relazione sia con PRS che con Fender, una vita notturna a New York ma nel mio caso meno da gossip: ho iniziato lì la storia con mia moglie (17 anni fa mentre scrivo) nello stesso periodo in cui John Mayer, che mia moglie mi avrebbe fatto scoprire, creava la sua Stratocaster nel Fender Custom Shop. Qualche anno dopo ci siamo sposati a New York e ancora più tardi siamo tornati col nostro bimbo Leo(nardo), casualmente quasi con lo stesso nome di Leo(nida) Fender, nato il 10 agosto come me (ma della generazione dei miei nonni).

Stevie Ray Vaughan, 1954-1990

A dimostrazione che una connessione, almeno nella mia testa, esiste è avvenuta dopo aver conosciuto di recente un cantante inglese di un gruppo cover simile al mio. Anche lui si è trasferito nella mia stessa nuova città, come me per amore, anche se diversi anni prima di me, avendo sposato una donna di queste parti. La scena musicale qui è piuttosto viva. A parte le cover band, esistono anche gruppi locali che producono e pubblicano loro musica e il famoso costruttore di amplificatori per chitarra di elevatissimo valore Mezzabarba è a due passi. Il mio nuovo amico inglese dopo qualche tempo mi dice di avere un’idea: una tribute band di John Mayer.

Lui ne è un grande estimatore ed è un po’ che gli ronza in testa la cosa. Ma non trovava chitarristi che conoscessero la sua musica. Quando glie ne ho parlato gli si è accesa la classica lampadina nella testa e dopo un po’ di tempo mi ha proposto la cosa. Dapprima era un po’ dubbioso per il fatto che io fossi in grado sia di cantare che suonare la chitarra, ma non ho certo mostrato problemi all’idea di dividere con lui i compiti e concentrarmi sulla chitarra lasciando al madre lingua la voce principale. Nel giro di poco tempo ha coinvolto un batterista con cui già collaborava per un progetto denominato The Grand Experiment, in cui loro ed altri musicisti hanno fornito i propri contributi in puro stile pandemia, ognuno da casa propria, costruendo il loro primo album (sul prossimo apparirò anche io). Probabilmente si unirà a noi il bassista della loro cover band e cominceremo a provare brani di John Mayer così come le sue cover di Jimi Hendrix e forse qualcosa di SRV.

Una grande sfida per me e anche l’opportunità di suonare con persone che nel loro piccolo sono riuscite a pubblicare musica loro Magari col tempo succederà anche a me. Nel frattempo ci carichiamo della missione di far conoscere l’eredità di Hendrix e SRV nelle nostre zone. E chissà, magari un giorno John Mayer ci ringrazierà…

John Mayer con Alicia Keys a Times Square, New York, il 10 settembre 2016

All’inizio del 2016 ho perso il lavoro e mi sono tuffato di nuovo sulla chitarra. È stato un pessimo anno tranne che per questo. A dicembre mi sarei esibito col mio gruppo per la prima volta in una serata, includendo Gravity nella scaletta. Pochi mesi prima John Mayer si era esibito con Alicia Keys a Times Square, in una tipica atmosfera magica che solo chi ama New York può capire davvero. Mayer aveva vinto il Grammy con Gravity ma aveva dichiarato che sarebbe stato più giusto se lo avesse vinto la Keys; così ha diviso la statuetta in due regalando una metà all’amica. Si percepisce chiaramente nel video: due artisti che si stimano e sorridono radiosamente perché fanno quello che più amano, esprimono quello che sono; grazie a noi, certo, ma anche grazie a quelle possibilità che in America sembrano ancora essere maggiori che in altri luoghi. E cosa può meglio rappresentare questa disponibilità di occasioni per chi osa se non New York, dove tutto può accadere, dove qualcosa di speciale accade ogni notte come del resto è stato anche per me, per noi…