Le cose cambiano

Le cose cambiano. La vita è un divenire. Quello che succede ha delle conseguenze. E’ naturale. I grossi cambiamenti della vita, quelli che segnano, che causano il maggiore stress e quindi richiedono un maggiore riadattamento delle vita di una persona arrivano prima o poi per tutti: lutti, cambi o perdita di lavoro, trasferimenti, matrimoni e separazioni, nascite di figli. Sono stress sia positivi che negativi. Non si è più gli stessi quando si diventa genitori, né quando si perde una persona cara. Per quello che riguarda la mia vita, lo stress positivo più bello e intenso è stata la nascita di mio figlio: ho scoperto che non si può descrivere come ci si sente, lo capisci solo quando succede ache a te; la sensazione che descrivo a chi me lo chiede è che mi sentivo “completo”. Per ora lo stress negativo peggiore che mi è accaduto è stata la perdita del lavoro.

Due cose hanno reso la cosa più pesante di quanto non fosse normalmente: la strada, le lotte e i sacrifici fatti per arrivare al lavoro che sognavo e l’età critica in cui poi l’ho perso, poco dopo i 50 anni. Come essere nella terra di nessuno, troppo giovane per la pensione, troppo anziano per essere assunto di nuovo.

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L’aikido per comprendere e accettare il coronavirus

gouttard-itwSiamo ormai in isolamento da una decina di giorni. Per la prima volta nella nostra vita trascorriamo le nostre giornate chiusi in casa, spesso da soli.
La mia prima reazione di fronte alle disposizioni è stata di incomprensione. Mi chiedevo: “Perché sta succedendo a noi? Se ci sentiamo in buona salute, perché dobbiamo restare a casa? Siamo convinti che coloro che praticano le arti marziali siano sani nel corpo e nello spirito: perché dunque non abbiamo più il diritto di lavorare?”.
Mi sono posto queste domande per un giorno o due; poi, passato il primo istinto che mi induceva a rifiutare questa situazione (che a me, come a molti altri, sembrava stupida), ho iniziato a riflettere.
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L'importanza di essere nessuno

aikido-pasqQuando iniziai a praticare Aikido nel 2001 avevo ben 36 anni. Non avevo un passato nelle arti marziali, nessuna previsione di crescita particolare. Mi piaceva e basta. Mai avrei pensato di poter arrivare alla cintura nera, figuriamoci ad insegnare! All’età che avevo allora molti prendono il 4° o 5° dan. Ero chiaramente un nessuno dell’Aikido e continuo a sentirmi così. Però…
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La Bellezza dell'Aikido

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Ho pensato questo articolo più per chi si avvicina all’aikido ora o comunque lo pratica da poco. In particolare è diretto ai miei nuovi adepti.
All’inizio è normale concentrarsi sulle tecniche. Il problema è imparare i nuovi movimenti ed utilizzarli nel modo in cui vengono descritti. Già questo può essere molto difficile per chi comincia, specialmente se non è più molto giovane. Aikido si può cominciare a qualunque età. Personalmente credo che non si debba essere davvero troppo giovani perché più si è giovani e più è difficile capire il vero significato profondo dell’aikido.

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Siamo le nostre passioni – scusate lo sfogo…

tumblr_oav00tykwc1vpv2xso1_400Quando ero bambino ero noto per essere quello che cantava le canzoni imitando con la bocca anche le parti musicali, i suoni degli strumenti. Ricordo i miei zii divertitissimi mentre reinterpretavo le mie cover di Tanto pe’ canta’ di Nino Manfredi, Azzurro di Adriano Celentano, Rumore di Raffaella Carrà, e così via… Eh no, perché anche se erano gli anni 60/70 nessuno mi aveva introdotto alla vera musica, quella dei Rolling Stones, dei Led Zeppelin, Jimi Hendrix, Doors, Pink Floyd.  Continue reading  

L’insegnante

insegnanteAi tempi della scuola superiore avevo la testa tra stelle, galassie e nebulose, volevo fare l’astronomo ed avevo un professore di matematica e fisica che mi faceva sognare. È forse lui il responsabile se mi sono appassionato alle scienze fino a prendermi una laurea in questo ambito ed è grazie a lui che ho potuto sviluppare le capacità per riuscirci. Quando mi iscrissi a quell’istituto e capitai in quella sezione, qualcuno mi profilava seri guai con quel professore, un matto, fuori di testa, una vera gatta da pelare. Altri lo consideravano un genio, con un metodo di insegnamento tutto suo, davvero difficile da seguire. Insomma, il consiglio era di cambiare sezione.