L'Aikido è un'arte marziale?

Guillaume Erard:
“Ho contattato Harry Ellis via email mentre cercavo corrispondenti per la rivista Aikidoka Magazine. Il signor Ellis è stato di grande aiuto nel compito che mi ero proposto e mi ritengo molto fortunato di aver avuto l’opportunità di interagire con lui. Questo è un suo articolo che ho pubblicato sulla rivista un po’ di tempo fa. Anche se non condivido necessariamente tutte le sue opinioni, penso che quando una persona della sua esperienza dice la sua bisognerebbe ascoltare attentamente cosa ha da dire.”

ellis1A giudicare dal titolo di quest’articolo sono certo che molti aikidoisti se la prenderanno pensando che si tratti di un altro attacco alla credibilità dell’Aikido da parte di praticanti di altre arti marziali. In quest’occaisone si sbaglierebbero di grosso. Pratico Aikido dal 1957. A quei tempi avevo cominciato col Judo nel 1956 alla Scuola di Budo di Kenshiro Abbe. Ho studiato Karate con il Maestro Harada e Kendo con il Maestro Tomio O’Tani, quindo col mio background credo di avere qualcosa da contribuire.
abbe8_tnPrime impressioni
L’Aikido che vidi per la prima volta durante la dimostrazione del Maestro Abbe nel 1956 era senza dubbio un’arte marziale positiva. Fui immediatamente impressionate dalle sue tecniche positive e potenti ed a quei tempi io ed i miei compagni di arti marziali non avevamo dubbio che stavamo ossevando ad una nuova e devastante forma di autodifesa dimostrata dal Maestro Kenshiro Abbe. Egli aveva iniziato la sua carriera nelle arti marziali all’età cinque anni e divene una leggenda dei suoi tempi. A diciotto anni era il più giovane campione di Judo di tutto il Giappone ed anche il più giovane 5° dan del famoso Kodokan. Più tardi divenne anche il più anziano campione di Judo di tutto il Giappone all’età di trentatré anni.
Quando il Maestro Abbe arrivò nel Regno Unito nel 1955 aveva il 5° dan di Judo, il 6° di Karate, il 6° di Kendo, il 6° di Kyudo, il 6° di Aikido. Bisogna a questo punto chiedersi: questo grande campione di Budo avrebbe mai studiato Aikido se non fosse stata un’arte marziale?
E’ mia opinione che il Maestro Abbe non avrebbe studiato l’Aikido come è oggi.

Allievi con Kenshiro Abbe ed il signor Williams al dojo Hut. Henry Ellis è in seconda fila, secondo da destra.
Per favore, mi rompa un dito
In qualità di allievo del Maestro Abbe un giorno gli chiesi mentre andavamo a uno stage: “Maestro, come è diventato uno studente di Aikido?” Mi sorrise mentre ricordava per qualche momento, poi mi raccontò la seguente storia: era giovane a quel tempo e campione giapponese di Judo e viaggiava su un treno affollato per andare ad un’ennesima gara di Judo. Seduto difronte a lui c’era un vecchio che cercava di fare conversazione con lui. Abbe teneva gli occhi chiusi, nel tentativo di dormire. Il vecchio gli disse: “So chi sei”. Il Maestro Abbe rispose con una certa modestia: “Tutti sanno chi sono, sono Kenshiro Abbe, campione del Giappone”. Poi chiese educatamente al vecchio chi fosse lui ed questi rispose: “Io sono Morihei Ueshiba, fondatore dell’Aikido”. Il Maestro Abbe annuì educatamente e suggerì che si cercasse di dormire un po’. Il vecchio all’improvviso mise avanti una mano offrendo il dito mignolo a quest’uomo così giovane e potente. Abbe fu sorpreso di sentirlo dire “Per favore, mi rompa il dito”. Abbe pensò che gli avrebbe piuttosto rotto il collo se non si metteva a dormire. Cominciava ad essere innervosito da questo vecchio e immediatamente afferrò il suo dito per farlo star zitto. Abbe ammette tranquillamente che stava davvero per rompergli il dito, ma con sua totale sorpresa, fu improvvisamente sbattuto sul pavimento del vagone. Mentre giaceva disteso, incapace di muoversi, capì che avrebbe assolutamente dovuto studiare con questo Maestro. Chiese a O’Sensei di poter studiare con lui ed egli acconsentì. Abbe restò con O’Sensei per dieci anni.
O’Sensei passò molti anni a studiare diverse arti marziali. Credo che l’arte del Daito-ryu e del Ju-jitsu abbiano avuto più influenza sull’Aikido di qualunque altra cosa che avesse studiato. Sappiamo che andò in Mongolia a combattere e che questa fu una perfetta opportunità per mettere alla prova le sue capacità in una situazione reale, quindi non possiamo dubitare che questo incredibile uomo fosse un vero guerriero ed un moderno samurai.
Un coltello per il mio nemico
abbe7_tnFu questo stile positivo di Aikido dei primi tempi che il Maestro Abbe portò nel Regno Unito nel 1955. A quel tempo c’era anche il primo maestro giapponese in Europa, Tadashi Abe, 6° dan, che era basato in Francia. Era un uomo molto piccola anche per gli standard giapponesi, ma per quell che ricordo era l’uomo più duro che abbia mai incontrato.
Era molto simile a Kazuo Chiba, che ho incontrato nel West End di Londra la scorsa settimana. Quando viaggiava portava sempre un coltello con se ma non per la usa protezione ma per darlo ad un suo ipotetico avversario per dirgli: “prego, questo è per te”. Diceva che un avversario con i suoi pugni non era una grossa sfida, ma con un coltello diventava “molto interessante”.
Penso che possiamo tranquillamente assumere che se questi insegnanti erano così duri e positivi, questo doveva essere lo stile di Aikido che era insegnato all’Honbu Dojo in Giappone. Era l’Aikido di O’Sensei da giovane. L’Aikido che si insegna oggi era l’Aikido di O’Sensei da vecchio. Non c’è dubbio che mentre le persone invecchiano perdono lo spirito della gioventù e diventano più filosofici nel loro approccio alla vita.
Mio padre, che una volta era considerato il più duro della città, in tarda età trovava la pace a portare a passeggio il cane. Io penso che ora noi abbiamo due Aikido: l’Aikido tradizionale (parola molto abusata) è il lato marziale dell’Aikido; la parte fantasiosa, morbida e lo stile danzante dell’Aikido dovrebbero semplicemente essere categorizzate come “Arte”.
Coloro i quali sono dei veri aikidoisti tradizionali non troveranno offensivo questo articolo, ma i danzatori probabilmente si, ma mi importa poco di quel che pensano dato che credo sinceramente che questo Aikido non abbia il diritto di essere chiamato un’arte marziale più di quanto il nuoto sincronizzato non ne abbia di essere uno sport olimpico.
Allenamento duro
L’allenamento e gli esercizi dei primi tempi erano duri e fisici, con pugni e calci stile Karate a prendere integralmente parte del riscaldamento, seguiti da 200 flessioni sul dorso dei polsi con le dita che puntavano sia avanti che dietro. Molto spesso quando si era in posizione sollevata il Maestro Abbe ordinava ad un altro allievo di sedersi sulla tua schiena. Dato che eravamo il solo gruppo i quinti dan del Regno Unito e tutti nello stesso dojo, questo era l’allenamento in tutti i dojo britannici e al giorno d’oggi siamo l’unica organizzazione di Aikido che si allena così.
I puristi dicono che “queste flessioni fanno male”. Quel che intendono davvero è che non sono capaci di farle e questo è quello che sta rovinando lentamente l’Aikido tradizionale.
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Hiroshi Tada con Henry Ellis

Coreografia
abbe6_tnGli aikidoisti sono spesso accusati di praticare “Aikido coreografico” e ad essere sinceri devo ammettere che queste accuse sono spesso ben motivate, con l’Uke (l’attaccante) che si prepara alla caduta molto prima di eseguire il suo attacco, tanto che molti attaccano sbilanciati rendendo possibili tecniche multiple col minimo sforzo; questo ovviamente fa sembrare “fantastico” il Tori (chi si difende).
La cosa veramente triste è che questa gente crede realmente che questo sia un buon Aikido. Il Maestro Kenshiro Abbe ci diceva sempre che “due” allievi si allenano contemporaneamente: uno è Uke, che impara e migliora le tecniche di attacco, ed il suo avversario Tori che impara e migliora le tecniche di difesa. Quando ci allenavamo col Maestro Abbe, se il piede o il tallone di Uke si staccava dal tappeto mentre attaccava, il Maestro Abbe dava una bella spazzata a quella gamba con un shinai (la spada di bambo) dicendo: “Il mio inglese non molto cattivo, ma il mio shinai parla molto bene!”
Se Uke attacca ben bilanciato è ovvio che la tecnica del Tori deve essere giusta e forte per poterlo proiettare. Il Maestro Abbe ripeteva sempre “due allievi si stanno allenando”. Mark Eastman, un giovane e forte grado dan dei miei è andato di recente ad uno stage tenuto da un 6° dan. Questo 6° dan si è rifiutato di usarlo come Uke dicendo che “non poteva farlo perché non si armonizzava con lui”. Non era goffo o duro, semplicemente attaccava ben bilanciato.

Allenamento diluito

Oggi tutti questi esercizi e metodi tradizionali di allenamento si sono trasformati in una semplice routine di riscaldamento con salti sul posto e tante discussioni spirituali. Oggi il duro esercizio è considerato essere aggressivo e non in armonia con lo spirito dell’Aikido. Il Maestro Abbe diceva che l’allenamento duro sviluppava lo spirito. Parlava anche di Ki a quel tempo, mentre dimostrava la potenza delle sue tecniche. Quando gli si chiedeva di spiegare il significato del Ki diceva di non preoccuparsene perché era una parte del nostro allenamento e sviluppo. E poi aggiungeva: “Solo quando raggiungerete il 1° dan potrete capire il vero concetto di Ki come ulteriore estensione del vostro Aikido.” Io credo ancora a quella linea di pensiero e gli istruttori nei nostri dojo parlano di Ki molto raramente, sebbene sia insegnato come una parte importante ed integrale del nostro studio e allenamento.
Ki Aikido
Sebbene il Ki sia generalmente inteso come lo spirito ed il respiro durante l’applicazione della tecnica, ogni insegnante o studente fornirà una gran varietà di interpretazioni diverse e a volte bizarre di questo termine molto abusato. I problemi principali sono sollevati e creati dagli insegnanti stessi, che molto spesso fuorviano gli allievi a tal punto che questi credano che il Ki sia qualcosa di magico. Quel che segue è un bell’esempio tratto dalla sezione “letetra alla redazione” una rivista di Aikido molto importante.
Titolo: Lo Spirito della Protezione
Sono un carpentiere è 2° kyu di Aikido. Stavo lavorando in una grande casa nuova per alcune riparazioni. Avevo finito il mio lavoro e mi stavo dirigendo verso una scala molto alta quando notai il figlio di due anni dei proprietari che andava verso la stessa scala dalla direzione opposta. Mentre si avvicinava alla cime della scala guardava me e non dove stava mettendo i piedi. Ero troppo lontano per afferrarlo così mi sono lanciato verso di lui (irimi) estendendo rapidamente il braccio nella sua direzione. Il mio Ki ha attraversato il viso del bambino fino alla nuca ed è caduto all’indietro mettendosi a piangere. Sua madre lo ha sentito ed è corsa su per le scale. Quando le ho detto quel che era accaduto mi ha ringraziato, maio ho risposto: “Non ringrazi me, ringrazi l’Aikido!”
Il povero bambino potrebbe essere stato tanto sconvolto quanto chi scriveva.

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Henry Ellis durante una lezione

Harry Potter Ryu
Esiste tutta una serie di esempi a riguardo di cui parlerò nei prossimi articoli. E’ questo genere do nonsenso che mette in dubbio la credibilità dell’Aikido. Mi rendo pienamente conto che ogni arte marziale ha la sua versione di “Harry Potter” tra i praticanti. Quel che non riesco a capire è come mai ce ne siano più in Aikido che in tutte le altre arti marziali messe assieme.
La ragione per cui sono così critico e me la prendo così tanto per l’Aikido è che ogni giorno vedo questa gente rovinare qusta grande arte marziale che ho studiato per la maggior parte della mia vita, insegnandola e promuovendola negli ultimi 46 anni. Spesso mi chiedono “Maestro, secondo te qual’è la peggiore e la migliore arte marziale?”
Do sempre la stesa risposta: “Tutte le arti marziali sono buone. Se c’è un problema con una qualche arte marziale può essere solo che chi rappresenta quell’arte marziale la sta rappresentando male.”
I convertiti
Nelle prime due parti dell’articolo ho parlato dell’introduzione dell’Aikido in occidente e dell’impatto su praticanti di altre arti marziali. L’Aikido si è sviluppato ed è progredito nel Regno Unito visitando i dojo esistenti di tutte le varie arti marziali ed offrendo di dimostrarlo ed insegnarlo gratuitamente nella speranza di iniziare un piccolo corso nei dojo più ricettivi. Come si può immaginare, non era un compito molto facile, dato che molto spesso i nostri sforzi non erano un aperto invito per molti dojo. Alla fine lo stile positivo dell’Aikido veccia maniera si fece strada e questo è davvero una cosa da non sottovalutare, dato che lo sviluppo dell’Aikido occidentale avvenne perché la maggior parte dei nuovi studenti venivano da altre arti marziali. Non penso proprio che avremmo potuto convertire praticanti di altre arti marziali al’Aikido se questo non fosse state potente ed efficace.
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Kenshiro Abbe – 8th Dan Judo, 6th Dan Karate, 6th Dan Kendo, 6th Dan Aikido

Alito cattivo
Ho parlato dei molti cambiamenti dell’Aikido negli scorsi 46 anni dalla sua storia all’allenamento ed alla coreografia e al Ki Aikido, e dei vari harry Potter dell’Aikido nel mondo. Come diretta conseguenza di questi articoli sono stato contattato da una studentessa di Aikido nel Regno Unito che aveva smesso di allenarsi perché il suo istruttore diceva che avrebbe cominciato ad insegnare agli allievi a “respirare dalla punta dei piedi”.
Balliamo
Il cambiamenti più importante che è avvenuto negli ultimi 46 anni deve essere stato quello nella tecnica e nelle sue applicazioni. Il primo stile di Aikido era molto compatto e potente. Dal giorno della sua introduzione nel Regno Unito l’Aikido è sempre stato insegnato come un’arte marziale dai movimenti circolari con il Tori al centro dei mivimenti. Quando l’Uke (l’attaccante) esegue il suo attacco, il Tori gira all’interno del suo cerchio rendendo possibile effettuare la tecnica in un’area molto piccola, magari di poco più di un metro quadro. Oggi i fantasisti dell’Aikido hanno bisogno di un campo di calcio. Ho visto dei cosiddetti “Maestri” rigirare un Uke sulla punta del dito piroettando diverse volte prima di lanciarlo per tutta la lunghezza del tatami.
Armonizzarsi
Il Maestro Kenshiro Abbe insegnava sempre che l’Uke dovrebbe “andare” solo se la tecnica era efficace. Spesso sento e vedo alcune persone che dicono di poter proiettare un avversari osenza toccarlo, a volte respirando e proiettando il loro “Ki”. Ho anche avuto la sfortuna di vedere alti gradi con molti “*attaccanti*” 🙂 che li attaccavano in tuffo. Divertente? Non molto, dato che molti di loro credo davvero che un Uke in tuffo sia una attacco serio. Questo non si può fare se qualcuno ti attacca ben bilanciato. Non ho mai visto qualcuno farlo con uno dei miei studenti. Naturalmente, se il tuo attacco è ben bilanciato sei accusato di “non armonizzarti”.
L’Aikido reale
abbe1_tnHo sentito spesso parlare dei primi americani che praticavano l’Aikido all’inizio degli anni 60. C’erano degli americani a praticare Aikido nel Regno Unito alla fine degli anni 50 presso il “The Hut”, la Scuola di Budo di Abbe. Gli americani erano membri dell’USAF di stanza nel Regno Unito. Chiedevano sempre “come funzionerebbe sulla strada?” e spess oci ritrovavamo nel parcheggio del “The Hut” dopo la lezione a provare dell’Aikido reale. Dopo ci che eravamo tutti di buon umore ed andavamo a farci qualche birra.
Le domeniche mattina erano sempre le migliori sessioni di pratica con il dojo a porte chiuse per chi non aveva un grado dan. Era allora che le cinture nere si combattevano sul serio. Era l’unico modo di valutare davvero la tecnica. In un’occasione stavo combattendo col Maestro Ken Williams (l’allenatore nazionale britannico). Mi colpì duro ed andai a terra tenendomi il petto e gemendo dal dolore. Era risaputo che non andavo a terra tanto facilmente e non facevo tante storie, quindi erano tutti preoccupati per me. Il Maestro Williams si inchinò su di me per chiedermi “Harry, va tutto bene?”. Sono scattato col mio pugno verso la sua testa contattandolo appena. Lui fece un passo indietro dandomi un calcio in testa e mettendo fine alle mie furbate.
Il grado dan più inferiore era Eric Dollimore. Era sotto 1.60 m e sotto i 60 kg. Ero convinto che Eric mi evitasse durante quelle sessioni domenicali. Mentre stava per lasciare il tatami gli dissi: “Eric, vuoi provare contro di me?” Si voltò dicendo solo: “Scusa Harry, ma devo andare a pranzo dalla mia ragazza.” Mentre usciva dal tatami sorridevo a me stesso pensando “come mi aspettavo”. La mia soddisfazione non durò a lungo, dato che sentii una voce dietro di me che diceva: “OK Harry, allora facciamo una cosa veloce, che devo andare via”. Era Eric; sul momento fui sorpreso ma poi pensai che se voleva una cosa rapida l’avrei accontentato. Feci al mia entrata per colpire con un pugno, ma l’unica cosa che ricordo è che ero passato attraverso il muro divisorio dell’ufficio del dojo ed ero ancora a terra stupito sul pavimento quando sentii la voce di Eric in lontananza: “Ci vediamo lunedì, Harry! Devo andare.” Fu una lezione molto importante per me.

La Lotteria degli Esami

Se negli anni 50 o 60 vedevi un 5° o 6° dan ne avevi rispetto. Ora vedo così tante persone con milti gradi e ad essere sinceri non avrebbero preso un 1° dan ai vecchi tempi. Parlano tanto sapendo che se fossero sfidati davvero per provare le loro capacità potrebbero sempre dire che è contro i principi dell’Aikido. Un’altra cosa che piace tanto a queste prsone è andare in giro a mostrare i loro gradi e gli equivalenti in varie discipline. per un bell’esempio date un’occhiata all’articolo British Aikido – The Controversy.
Il Maestro Mitsusuke Harada, “5° Dan” era il mio insegnante di karate nel dojo Shotokan a Tokyo. Aveva ricevuto i suoi gradi dal fondatore del Karate moderno Gichin Funakoshi. Insegnava Karate all’USAF al dojo Kodokan dopo la seconda guerra mondiale. Funakoshi gli diede il 5° dan nel 1957; è ancora 5° dan dopo 45 anni e dice che “qualunque grado oltre il 5° dan non ha senso”.
Questo è esattamente quello che pensiamo io ed il Maestro Derek Eastman, sebbene siamo due degli ultimi quattro che restano del gruppo originale del Maestro Kenshiro Abbe degli anni 50. Eravamo entrambi d’accordo che c’erano troppi “Harry Potter” in giro quando decidemmo che, come per il Maestro Harada, il 5° dan sarebbe stato il massimo grado nella nostra organizzazione.
Henry Ellis. 5° dan, Aikido Tradizionale
http://www.EllisAikido.org
http://www.geocities.com/britishaikido
6 Aprile 2007
Originale in inglese
Traduzione in italiano a cura di Pasquale Robustini