HiFi? Ma perché?

Perché spendere soldi per comprare degli scatolotti che occupano a volte notevole spazio al solo scopo di ascoltare musica? E perché no, dico io?
Perché, per ascoltare musica, non ci si preoccupa della qualità del suono? Eppure il piacere d’ascolto dovrebbe essere legato anche alla qualità del suono, non solo a quella artistica. Una volta (anni ’70) l’alta fedeltà andava di moda. Oggi no. E’ un prodotto di nicchia. Eppure mai come ora esiste la possibilità di ottenere una qualità sonora davvero alta spendendo davvero poco.

Quanto poco? Se si considera che tutti ormai hanno un computer, aggiungendo ad esso un convertitore digitale/analogico (DAC) da 50-100 euro e una coppia di minidiffusori per la stessa cifra siamo attorno ai 100-200 euro. Questo perché il computer ha delle qualità audio superiori al CD (a meno di non utilizzare formati audio compressi quali l’MP3) e perché la moderna tecnologia ha fatto fare passi da gigante alla qualità audio di livello molto economico.
Il problema è che bisognerebbe provare per credere: molti non hanno la minima idea di cosa significhi ascoltare musica con un impianto di qualità.
Un altro problema è che c’è poco interesse nel farlo. Non c’è tempo, la musica si ascolta con gli auricolari, mentre si è a passeggio, in viaggio, al lavoro. A casa si fa suonare un qualche riproduttore acquistato al supermercato senza davvero pensare alla sua qualità audio. Poi la chimera dell’home theatre ha fatto si che le case fossero invase da sistemi pluricanale del tutto inutili allo scopo dell’ascolto di qualità, ma utili a far rinpinguare le casse dei produttori che si sono inventati l’ennesimo prodotto di cui non c’era bisogno per risvegliare un mercato morente. Questi sistemi non aggiungono nulla al messaggio musicale, se non effetti illusori che nascondono le magagne dell’impianto sonoro e quelle eventualmente della registrazione. L’unico risultato ottenuto è stato invece di allontanare ancora di più il pubblico dalla possibilità di scoprire quanto sia godibile l’ascolto di qualità.
Una sorgente (di solito il lettore CD, ma va benissimo il computer con DAC), un amplificatore e due diffusori opportunamente posizionati nell’ambiente giusto, con arredi fonoassorbenti in legno, libri, tende, quadri senza vetro (l’ambiente d’ascolto – assieme al posizionamento dei diffusori – influisce più del 50% sulla qualità sonora): questo basta ed avanza per ottenere una qualità audio decisamente alta senza spendere cifre impossibili. Sicuramente spendendo molto meno di uno smartphone o di un tablet. Ma sembra che si sia ben disposti ad impegnare cifre considerevoli per questi oggetti, mentre i pochi euro necessari ad acquistare musica o film in modo legale (= alta qualità) ce li risparmiamo volentieri scaricandoli da internet “a gratis” (= bassa qualità).
E forse è proprio questo il punto… 😉