Boss DD-3

Avevo cominciato ad usare singoli pedali analogici come l’MXR MC-402 e il Fulltone OCD accostati allo Zoom Multistomp per gli effetti di modulazione. L’amico che mi aveva fatto conoscere l’OCD, mi fece notare che era uno spreco avere una bella chitarra e poi degradare il suono con effetti digitali. Cominciai a pensare che mi sarebbe bastato un delay e avrei potuto eliminare il multieffetti. Mi misi alla ricerca e il miglior rapporto qualità/prezzo lo trovai nel Boss DD-3.

Il mio primo pedale era stato un Boss: negli anni 80 mi serviva un distorsore (era quello che credevo, non sapevo della differenza con un overdrive), sono entrato in un negozio, ho detto “mi serve un distorsore” e il tipo ha immediatamente risposto “prendi questo”; e con 80mila lire mi sono portato a casa un pedale nero, il Boss HM-2 Heavy Metal (ma io mica suonavo metal!). Non so perché non mi avessero proposto un più ovvio DS-1 o un OD-2, forse perché gli HM-2 non si vendevano. Oggi invece per la versione made in Japan che avevo io ci vogliono 150-200 euro. E io l’ho dato via assieme alla mia prima Stratocaster; oggi me ne pento. Ma tutto questo preambolo è per dire che l’idea di riprendere un pedale Boss mi stuzzicava. Benvenuto quindi al DD-3!

Quando, tempo dopo, passai ad un amplificatore a valvole, la chiarezza di quel suono mi sembrava un po’ attenuata nel passaggio tra i pedali. Mi prese la smania di trovare il pedale colpevole. Usavo tre overdrive, compressore Boss CS-3, phaser e DD-3. Mi capitò di leggere che i vecchi buffer jfet dei pedali Boss penalizzavano il segnale. Provai con e senza e pensai davvero di sentire la differenza. Eliminai i pedali Boss e come delay presi un TC Electronic Flashback.

Col tempo mi resi conto che continuavo a abbassare il livello del Flashback. Certo era molto versatile ma sembrava invadente. Forse avevo fatto una fesseria. L’amico che mi aveva fatto conoscere l’OCD, dopo un live col mio gruppo mi disse che forse il mio suono aveva troppo delay. Ok, venduto il Flashback presi di nuovo un DD-3…

A dire il vero feci la stessa cosa anni dopo: provai ancora col Flashback per tornare di nuovo ad un DD-3. I primi due che avevo avuto erano dei reissue anni 2000. Stavolta mi incuriosì l’etichetta rosa e risalii alla data di produzione di maggio 1995. Era comunque made in Taiwan ma incuriosito mi informai sulla storia di questo pedale.

Era il 1983 quando Boss decise di produrre un delay a pedale. A quai tempi i delay erano grosse unità da rack o da studio se non macchine analogiche basate a nastro magnetico. Boss decise di crearne uno compatto usando il famoso chip Roland MN3005 della loro unità delay da studio. Nacque così il Boss DD-2, primo costosissimo delay a pedale. Si tratta di un delay digitale a 12 bit con stadi di missaggio e feedback analogici. Praticamente l’unica parte digitale è il chip Roland. Il segnale in ingresso viene diviso in due. Una parte va al chip che lo campiona a 12 bit e ne crea la copia digitale. La codifica a 12 bit non è neanche troppo fine, il segnale riprodotto non è fedelissimo. Questo viene poi passato a un convertitore digitale-analogico per generare le ripetizioni e viene riunito a quello originale (analog play through). Così le ripetizioni degradano via via, risultando in un suono caratteristico di questi primi delay digitali a 12 bit, non troppo discosti da quello dei delay analogici.

Nel 1986 i prezzi dei chip sono crollati enormemente rendendo i delay compatti accessibili a tutti. Il crollo dei prezzi convinse la Roland a produrre il suo delay Boss sotto un nuovo nome e così nacque il DD-3. Quindi il DD-2 e i primi DD-3 sono esattamente la stessa cosa. La qualità del loro suono è ritenuta da molti superiore alle versioni che li avrebbero seguiti. Ad esempio, il famoso tecnico di David Gilmour, Pete Cornish, ha usato un DD-2 per costruirgli attorno l’ingombrante e costoso delay TES Tape Echo utilizzato prima dai Pink Floyd e poi anche da John Mayer. Dal corpo del TES spuntano le 4 famose manopole Boss…

Il long chip installato nel mio DD-3 made in Japan – è praticamente un DD-2 in una scatola rimarchiata

Nei primi anni 90, poco prima di passare la produzione del DD-3 a Taiwan, Boss ha ridisegnato l’intero circuito per diminuire i costi di produzione: hanno ridotto drasticamente il numero di piccoli cavi da saldare a mano e sostituito il chip Roland con un più piccolo Mitsubishi M50195 o M50290, di forma quadrata. Questa versione è definita DD-3A e “square chip” dagli appassionati, in contrapposizione alla “long chip” originale, identica al DD-2. Entrambe queste versioni del DD-3 riportano la scritta Made in Japan su etichetta blu (“blue label”). I Boss DD-3 made in Japan, blue label e long chip sono tra i più ricercati perché identici al DD-2. Bisogna fare attenzione perché gli ultimi Made in Japan non hanno il long chip anche se sono blue label.

L’etichetta blue del mio DD-3 di inizio 1989

In seguito Boss ha trasferito la produzione a Taiwan e le etichette sono diventate rosa per la prima metà degli anni 90 (il mio pink label è del 95), per poi adottare l’odierna etichetta grigio scuro.

Nel 2002 il DD-3 ha subito ancora un ammodernamento: si è passati ai componenti discreti e ai circuiti stampati, semplificando enormemente la produzione. Le elettroniche occupano decisamente meno spazio ma il suono è diventato più preciso e dettagliato, togliendo al DD-3 il “calore” che lo aveva caratterizzato. Sono possibili delle modifiche (high-cut mod) che lo rendono più simile alle versioni precedenti.

Boss ha prodotto negli anni delle versioni aggiornate del duo delay, DD-5, 6 , 7 e 8. Ma per la sua moderna serie di reissue Waza Craft ha prodotto il DD-3T, basandolo sul modello originale.

Recentemente ho voluto provare un delay digitale ritenuto tra i migliori di sempre, utilizzato anch’esso in passato dai già citati Pink Floyd e John Mayer: il danese T-Rex Replica. Ho acquistato un esemplare della prima versione ma era difettoso e ho dovuto restituirlo. Il Replica è considerato un delay digitale dal suono “caldo”, in contrapposizione ai moderni delay digitali le cui ripetizioni sono ognuna identica alla precedente. I delay a 12 bit come i vari Boss non hanno questa alta fedeltà, quindi risultano più caldi di un delay digitale moderno. Probabilmente questo è il motivo che mi faceva abbassare il livello del Flashback e mi ha portato due volte a tornare al DD-3. Quindi probabilmente un buon delay Boss è affine a un T-Rex Replica (che e comunque generalmente considerato superiore). Entrambi non sono però “scuri” quanto un delay analogico, il cui segnale degrada più rapidamente per via della tecnologia con cui le ripetizioni vengono riprodotte. Si tratta ovviamente di una questione sia di gusti che di utilizzo.

Alla fine il mio delay digitale è rimasto tuttora un Boss DD-3, sostituito più volte ma sempre riacquistato. A quel punto, se non un DD-2, ho preso un definitivo DD-3 del febbraio 1989, blue label, long chip, made in Japan…