Navigare tranquilli?

E’ un po’ che il mio lavoro è passato dal mondo delle scienze della terra a quello dell’informatica. L’argomento è sempre stato un mio interesse tanto che su queste pagine ne racconto anche un po’. Parlo della storia dei computer ma poco di Internet. La Rete è cambiata molto dai primi passi. Quando ho comprato il primo modem un sito internet lo avevano solo le grandi aziende, le università, i centri di ricerca. Era inimmaginabile quello che sarebbe successo nel giro di 20 anni. La posta elettronica sembrava un miracolo ed oggi è obsoleta. Siamo costantemente connessi per nostra stessa volontà e piacere. Ci sono stati forniti strumenti che man mano sono diventati d’uso comune ed indispensabili nella vita di tutti i giorni. Lo scopo è quello di poterci controllare meglio, influenzare le nostre scelte e il nostro pensiero e di catturare la nostra attenzione per lucrare su di essa.

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Le passioni servono poi a qualcosa…

Come è evidente da questo sito, sono sempre stato una persona dai molteplici interessi. Non mi sono mai focalizzato su un solo oggetto. Ho bisogno di variare, spaziare. Per me fare sempre la stessa cosa è un po’ come essere in prigione. Chiaramente, chi concentra tutte le energie su un solo argomento ha molte possibilità di avere successo in quel campo. Io mi sono sempre autocriticato per aver disperso le mie energie su tante cose senza farne mai una davvero al meglio. Poi qualcuno mi ha fatto notare che esistono anche e pentatleti e decatleti. E’ una caratteristica personale. E al giorno d’oggi devo dire che è stata la mia fortuna…

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Riflessioni sotto quarantena

In questo momento storico siamo tutti più uniti. Un microscopico virus ci ha fatto dimenticare, anche giustamente, tanti problemi della nostra nazione (e del mondo) che da questa prospettiva di emergenza ci sembrano molto meno importanti. Prima la salute, si è soliti dire. Certamente ci sono cose più importanti di quelle di cui ci lamentiamo tipicamente per quel che riguarda l’amministrazione del nostro bel Paese. Io lamento per prima cosa la soffocante burocrazia che rallenta o blocca qualunque iniziativa, gli stipendi troppo bassi che rendono il costo della vita troppo alto, la pressione fiscale sulle aziende che dovrebbero dare lavoro con più semplicità. E chi più ne ha più ne metta…

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Due parole (2) sui virus?

La parola virus deriva dal temine latino per veleno. Insomma, non cominciamo bene. Molti non ritengono che i virus siano una forma di vita. In biologia si dividono gli essere viventi in 5 regni: batteri, protisti, funghi, piante, animali. I virus non sono compresi perché a loro manca una caratteristica fondamentale degli esseri viventi: la capacità di riprodursi autonomamente. Metti un virus su un tavolino e non farlo entrare in contatto con nessuno e lui sta lì senza muoversi o cambiare. Ma in contatto con la cellula giusta eccolo che si “anima”, si riproduce e si diffonde. Allora possono essere guai. Ma la fortuna sta nel fatto che i virus sono estreamamente specializzati: una dato virus attacca solo certi tipi di cellule di certi esseri viventi. E la cosa può anche tornare utile agli essere umani…

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Credo ancora a Babbo Natale

IMG_7893Il Natale da bambino lo sentivo moltissimo. Non parlo della felicità di ricevere regali e delle frasi fatte tipo “siamo tutti più buoni”. Già allora sentivo che c’era qualcosa di speciale, qualcosa che ancora oggi mi piace. Mio figlio ormai ripete che Babbo Natale non esiste e che siamo noi a mettere i regali sotto l’albero. Ci ha “sgamati” da un po’, è normale. Ma mia moglie insiste con la storia di Babbo Natale, vuole conservare in lui ancora un po’ di magia. Ed io mi trovo d’accordo, anche perché la “magia” del Natale esiste da sempre e nonostante il consumismo e le frasi fatte, continua ad esserci.

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Siate artisti, adesso!

Tengo molto ai concetti espressi dallo scrittore coreano in questo suo illuminante discorso a TED. Suono la chitarra e canto in un gruppo che fa cover rock e spesso ho dovuto ascoltare battutine che facevano riferimento a ricordi adolescenziali, a bambini poco cresciuti, all’inutilità della cosa – tanto chi vi si fila? Beh, il punto è completamente diverso. Lo facciamo per noi stessi. L’arte è fine a se stessa. Ognuno di noi avrebbe bisogno di praticare una propria arte, non è necessario che sia il nostro lavoro. Noi nasciamo con l’arte innata, i bambini la praticano spontaneamente, poi viene loro insegnato questo ritornello comune, bisogna studiare, lavorare, prendersi le responsabilità. L’arte è lasciata agli artisti. E perché? Sarebbe sano essere capaci di praticarla parallelamente ai nostri doveri. Fa bene alla mente e all’anima. Chi lo fa ha meno problemi ed affronta meglio gli ostacoli che la vita ci pone davanti. Parlo per esperienza diretta…

Quindi vi consiglio di lasciar stare le mie parole e proseguire la lettura di questo estratto dal discorso di Young-ha Kim, oppure godersi il video integrale qui sopra.

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