Giulietta anni 50

Alla metà degli anni cinquanta la 1900 è troppo impegnativa e potente per i regimi fiscali dei paesi dove viene venduta e anche molto costosa, dato che si trattava di un’auto destinata ad una borghesia molto abbiente, nonostante fosse la prima Alfa Romeo davvero costruita in serie. L’Alfa Romeo – che per sopravvivere deve diventare un grande costruttore – mette allo studio il progetto per una vettura più piccola, meno costosa e più interessante, capace di attirare un più grande numero di acquirenti.

alfa-Alfa_Roméo_Giulietta_BerlinaIl progetto, denominato 750 per spiazzare la concorrenza che appunto si aspettava una vettura utilitaria, approda ad una vettura di dimensioni più contenute, dotata di un motore quattro cilindri di 1290 cm3, bialbero, costruito integralmente in lega leggera. La grande modernità di questo progetto farà sì, tra l’altro, che la tipologia del propulsore possa sopravvivere in diverse cilindrate e versioni fino agli anni novanta.Nasceva così la Giulietta, nome legato alla denominazione in parte shakespeariana del costruttore. alfa-Alfa Romeo Giulietta dashbd

Come la 1900 il motore era il classico bialbero di creazione Alfa Romeo, ma da quel momento in alluminio, e le linee tondeggianti per l’epoca le conferivano eleganza e aggressività. Fu programmata con versioni coupé (sprint) e cabriolet (spider) affidate rispettivamente a Bertone e a Pininfarina, stabilendo la gamma classica per ogni modello Alfa Romeo che avrebbe per anni a seguire offerto i due allestimenti speciali affianco alla versione berlina. Mai prima d’ora si era vista una vettura tanto potente, ma anche parca nei consumi, con una frenata eccezionale e un grande bagagliaio offerta a un prezzo tutto sommato, abbordabile.

Fu la sprint di Bertone ad inaugurare le vendite nel 1954. Fu un successo strepitoso. Per fortuna, visto che la berlina era in ritardo e sarebbe uscita l’anno dopo. Bisogna immaginare che all’epoca non esisteva niente del genere nel mercato dell’auto.

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Una coupé con prestazioni così elevate e linee così accattivanti ad un prezzo tutto sommato abbordabile era una assoluta novità. Ancora oggi le linee aggressive ed eleganti della sprint e della spider sono all’avanguardia e non mostrano i segni del tempo. Alla loro epoca fecero scalpore e scuola. La Giulietta nelle sue varie versioni divenne il riferimento a livello internazionale e le vendite decisamente elevate diedero torto a chi era stato dubbioso riguardo al cambiamento di rotta.Il primo esemplare è dunque una coupé: caso rarissimo nella storia dell’automobile, la versione sportiva nasce – e ottiene successo – prima della berlina e questo fu determinato dalla necessità di fornire il premio promesso alla lotteria che aveva finanziato la messa in opera degli impianti produttivi necessari per gli stabilimenti di costruzione della nuova vettura.

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In considerazione che la delibera della berlina si protraeva nel tempo per vari problemi di vibrazioni di difficile soluzione, si decise di mettere in cantiere la Sprint, pensando di farne una serie limitata. Invece il successo fu tale che anche la Carrozzeria Bertone dovette far fronte alle commesse impreviste dell’Alfa Romeo subappaltando la costruzione delle scocche agli altri artigiani battilastra del torinese. Nel 1960 si arrivò alla produzione automatizzata delle scocche che sino a quel momento erano state tutte battute a mano. La costruzione della Giulietta Sprint avveniva a Torino per il corpo vettura, poi le scocche nude venivano avviate a Milano presso il Portello con le bisarche, dove venivano completate del motore, degli organi meccanici e di tutti gli interni.

alfa-Romeo-Giulietta_Berlina_1955_photo_01Al salone dell’automobile di Torino del 1955 l’Alfa Romeo presenta finalmente la Giulietta Berlina. Il motore della prima versione, un 4 cilindri di 1290cc, erogava una potenza di 50 cavalli ed era dotato di un cambio al volante manuale a 4 marce. Nel 1957 venne presentata la versione più potente, denominata Giulietta TI (Turismo Internazionale) con lievi modifiche estetiche al cofano che perdeva la freccia stilizzata, alla ghiera dei fanali ed alle luci posteriori, più in alto ed incassate, e, soprattutto, dotata del motore da 65cv: venne utilizzata con successo nei rally, nelle gare in salita e quelle di durata.

 

Nello stesso anno l’Alfa Romeo bandì un vero e proprio concorso per la realizzazione della versione spider. Bertone presentò una vettura disegnata da Franco Scaglione, ma il progetto non passò perché Bertone produceva già la Giulietta Sprint, e forse non sarebbe stato in grado di realizzare un’ulteriore linea di produzione. Vinse quindi il progetto di Pininfarina che si ispirò ad un altro modello creato dalla sua penna e cioè la Lancia Aurelia B24.

Le finiture dell’abitacolo erano migliori rispetto a quelle della berlina e della sprint. I primi esemplari furono allestiti con un parabrezza panoramico stile america e vetri laterali scorrevoli che si agganciavano alla capote; successivamente venne adottato un parabrezza piatto più convenzionale e i finestrini laterali discendenti in cristallo.

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La Giulietta Spider montava un motore a quattro cilindri in linea longitudinale da 1.290 cm3 di cilindrata erogante 65 hp di potenza, che permetteva alla vettura di raggiungere la velocità massima di 160 km/h. Il basamento era in lega leggera con canne dei cilindri riportate in ghisa. La testata era in lega leggera, con candela al centro della camera di scoppio. L’alimentazione comprendeva un carburatore doppio corpo Solex semiinvertito, distribuzione con due valvole per cilindro, disposte a V, comandate da due alberi a camme in testa con azionamento a catena. La trazione era posteriore. I freni erano a tamburo sulle quattro ruote. Le sospensioni anteriori erano a ruote indipendenti, con bracci trasversali, molle elicoidali, ammortizzatori telescopici e barra antirollio. Quelle posteriori erano a ponte rigido, con molle ad elica verticali.

 

La versione Veloce aveva due carburatori tipo Weber a doppio corpo invece che uno ed un rapporto di compressione 9:1; ciò permetteva alla vettura di raggiungere i 180 km/h, rispetto ai 165 km/h della versione normale. Tali prestazioni, superiori a quelle della concorrenza, ponevano la Giulietta al vertice delle categoria delle spider.

La Giulietta Sprint subisce un importante aggiornamento nell’estate del 1958, quando viene adottato un diverso cambio con sincronizzatori Porsche in luogo di quelli Borg&Warner e fu modificata la mascherina anteriore con griglia metallica e fari più grandi, anche la fanaleria posteriore aumentò le dimensioni ed inoltre fu aplicata sulle fiancate un elegante gemma per le frecce laterali con una modanatura cromata; la potenza della Sprint, grazie all’aumento di compressione portato a 8:1, viene portata ad 80 CV e le prestazioni aumentano con la velocità massima che passa a 165 km/h. L’allestimento della sprint viene unificato a quello della sprint veloce, per diminuire i costo di produzione, così anche sulla prima la leva del cambio non si troverà più al volante ma sul pavimento. La versione Veloce alleggerita con i finestrini scorrevoli con la nuova serie andrà fuori produzione, proprio in virtù del risparmio sulla produzione…per cui rimane in produzione la versione lusso ma senza questa denominazione ma semplicemente Giulietta Sprint Veloce.

 

Al salone dell’automobile di Francoforte del 1959 debuttò la versione aggiornata della Berlina: il bocchettone del serbatoio era ora inserito nel parafango posteriore destro ed era dotato di sportellino, il muso venne ridefinito, con parafanghi più bombati, fanali incassati, nuove ghiere dei fari e mascherina anteriore rielaborata con barre orizzontali. I parafanghi posteriori avevano le estremità a pinna e i nuovi fanalini con relativo catarifrangente. Negli interni era molto più curata ed il cruscotto portava strumenti allungati comprendendo anche il contagiri.

Nel 1961 il prezzo di tutte le Giulietta diminuisce sensibilmente: la Sprint scende da 1.925.000 a 1.735.000 Lire, la Sprint Veloce da 2.250.000 a 2.050.000 Lire.

 

La produzione della Giulietta Sprint sembra cessare nel 1962, quando riceve il motore da 1,6 litri dell’ultima nata Alfa, la Giulia, e si trasforma in Giulia Sprint 1600; in questa versione nuovi sono il volante ed il cruscotto, dove i tre elementi circolari erano posti orizzontalmente davanti al guidatore. Ma nel 1964, dopo la presentazione della Giulia Sprint GT (sempre disegnata dalla carrozzeria Bertone su disegno di Giorgetto Giugiaro) all’inizio solo con motore 1600, le scocche della Giulia Sprint (prodotte da Bertone) sono ancora disponibili e viene reinserita nel listino Alfa Romeo, sotto la definizione di 1300 Sprint, una versione con motore 1300 per venire incontro ai più giovani con una motorizzazione più agevolata sotto il profilo fiscale. Questa versione ha l’interno come quello della Giulia Sprint e presenta anche i freni anteriori a disco. La produzione si arresta definitivamente nel 1965.

La Sprint 1300 (che è l’ultima Giulietta ad essere commercializzata) sparisce definitivamente dal listino nel novembre del 1966, quando evidentemente tutti gli esemplari prodotti sono stati venduti (le ultime Sprint 1300 sono circa 1900).

Confrontiamola con le concorrenti

Nessuno fino ad allora aveva mai costruito un auto come la Giulietta. Dimensioni contenute, motori di cilindrate ridotte ma prestazioni elevatissime, linea moderna, incredibile per gli anni 50 ed attuale ancora oggi, specie nelle splendide versioni sprint e spider. Una delle auto più belle mai prodotte, ebbe un successo strepitoso, un’auto così non si era mai vista prima. Fece scuola. La concorrenza era al tappeto, le tedesche: inguardabili (immagino anche inguidabili)…

alfa-Alfa_Roméo_Giulietta_BerlinaAlfa Romeo Giulietta

alfa-BMW_700BMW 700

alfa-2007-06-16_Auto_Union_1000_(Frontpartie)Auto Union 1000

alfa-Lancia_AppiaLancia Appia

alfa-Fiat_1400B(1900B)Fiat 1400/1900

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