I costi del restare analogici

Riflettevo (e non sarebbe la prima volta) sui costi e l’impegno di continuare a usufruire di musica con un giradischi analogico. In realtà il sistema analogico non è intrinsecamente superiore a quello digitale. La qualità sonora dipende dalla registrazione originale, dalla sua masterizzazine e da come è stata creata la copia di cui usufruiamo, che sia un disco un vinile, un CD o un file. Ho dei dischi in vinile che suonano peggio dei file MP3 delle stesse tracce! Sono abbonato a Tidal HiFi e per 10 euro al mese ho tutta la musica che voglio in qualità CD (anche di più dato che lo streaming in banda larga oggi va incontro a meno errori della lettura dati da un disco ottico). Quindi chi me lo fa fare?

Forse una delle ragioni è che sono cresciuto con i dischi e ne ho ancora diversi. Certo, comprarne altri è una bella spesa e ogni volta bisogna rifletterci bene su, anche perché i dischi di una volta erano fatti bene (sempre con la variabile della qualità della registrazione e mixing originali), quello era il mezzo utilizzato e la gente che sapeva lavorarci si trovava; oggi non è certo che un LP sia prodotto con tutti i crismi e spesso si utilizza lo stesso master usato per creare i file digitali: a saperlo prima uno eviterebbe la copia analogica di quel disco – è necessario creare un master apposito per il vinile, non è la stessa cosa del digitale). Il problema non è che il master usato per il vinile sia digitale, va benissimo, ma va remixato per il vinile, non si può usare il mix del digitale e ottenerne stampe di qualità audio sufficiente. Ma come si fa a saperlo prima? Finisci per spendere 20-30 euro e poi l’album si sente meglio su Tidal!

Utilizzo la app di Tidal in “modalità esclusiva” (che isola al meglio la app dai normali processi nel sistema operativo) su un vecchio MacBook. La sua uscita ottica va al DAC, un onesto ProJect DacBox E. Suona molto bene e ci sono ampi margini di miglioramento. Il limite dello streaming è che spesso i vecchi album sono stati rimasterizzati in modo orribile e il disco originale batte lo streaming implacabilmente, persino (e forse soprattutto) per quel che riguarda la dinamica: oggi viene pesantemente compressa su quasi tutte le produzioni musicali “leggere” (forse per il jazz e la classica c’è più attenzione). La rimasterizzazione di vecchi successi spesso subisce la stessa sorte e il sisultato è, per me, nettamente inferiore al disco in vinile dell’epoca suonato nel mio impianto.

Uno streamer Pioneer

Se questa assurda moda della compressione dinamica esagerata (un po’ ce ne vuole, c’è sempre stata, è necessaria) venisse abbandonata, non resterebbe che dire che il supporto digitale sia intrinsecamente superiore a quello analogico (lo dico mio malgrado). Nel digitale non c’è il limite di dinamica imposto dalle dimensioni del solco di un disco in vinile, il rumore di fondo dei dischi fa da contraltare al rumore di quantizzazione del processo di registrazione digitale ma il software moderno lo controlla molto bene. In teoria non ci sarebbe paragone, ma il lato in cui l’analogico è imbattibile è la modalità di fruzione. E’ più scomoda ma il fascino del disco, della sua copertina grande, dell’ago che legge magicamente la musica dai solchi, è indubbiamente affascinante. E’ un piacere diverso, specialmente se si passano le giornate a lavorare al computer: a fine lavoro rimettersi davanti ad uno schermo per usufruire della musica potrebbe non essere la cosa migliore.

Ma si tratta anche di preferenze personali. I giovani usufruiscono della musica distrattamente, per la maggior parte dai dispositivi mobili; con gli auricolari bluetooth la risoluzione HiFi, quella del CD, non è disponibile, il protocollo di trasmisisone dati non è compatibile. E comunque con gli auricolari la maggiore definizione audio è difficilmente percepibile, ci vuole un vero impianto HiFi e i giovani raramente lo comprano – ma comprano i dischi in vinile per il cool factor e li suonano su moderne fonovaligie, anch’esse cool ma certamente ben lontane dall’essere HiFi!

Quindi?

Diciamo che ancora non prendo la decisione di rivendermi il giradischi e la collezione di vinili. Ma il mercato mi sta rendendo le cose sempre più difficili: i dischi costano un sacco e lo sappiamo. Nel 2015 ho acquistato il mio Thorens TD160 del 1973 per 150 euro. Era un prezzo eccezionale allora, oggi bastano a stento per comprare il suo porta testina! E’ un prezzo assurdo, se va bene ci vogliono almeno 400 euro per aggiudicarsi un TD160 usato. E’ davvero troppo. Il cool factor di cui sopra ha fatto lievitare i prezzi di tutto ciò che è legato all’analogico.

Le mie due sorgenti, computer e giradischi

La mia testina Shure M97 Era IV (anni 70) l’ho pagata 70 euro ed aveva anche incluso uno stilo (non compatibilissimo dato che era per la nuova versione M97xe, non per la M97 vintage). Valla a comprare oggi! Per non parlare della Shure V15! E si tratta di testine non più in produzione, la Shure non le fa più le testine fono! La giapponese Jico produce ottimi stili per le vecchie Shure ma i costi non sono uno scherzo (anche 200 euro). Tempo fa avevo comprato una Grado 8MX dell’86 per 100 dollari. Lo stilo di ricambio oggi è l’8MZ, prodotto da Grado apposta per le vecchie testine Signature ancora in circolazione. Anni fa avevo pagato l’8MZ, nuovo, 100 dollari più 30 di spedizione. Oggi ce ne vogliono 180 più spedizione! Ho comprato per meno la nuova Grado Prestige Blue 3 ma non mi è piaciuta con lo stilo incluso. Il mio 8MZ è rotto e non si esibisce al massimo. Quindi l’ho rivenduta e molto a malicuore perché speravo davvero che la ultima serie Prestige avesse degli stilo più simili come prestazioni all’ormai costoso 8MZ.

Un paragone che sono solito fare è quello della fotografia: oggi uno smartphone scatta foto eccezionali. Ho due splendide Nikon anni 80 in alluminio ed ottimi obbiettivi a corredo. Ho anche una meravigliosa Rolleiflex che scatta in formato 6×6. L’ultima volta che ho scattato a pellicola ho speso 10 euro per il rollino e 35 per lo sviluppo e stampa! 45 euro per 36 foto di cui poche sono davvero buone. Detto così sembra davvero qualcosa per cui è inutile ancora sforzarsi di rimanere analogici. Ma chi me lo fa fare?

Di conseguenza, ha senso oggi spendere queste cifre per mantenere in uso testine fono degli anni 70 e 80? Lo stesso discorso varrebbe per il giradischi. Cambiare il mio Thorens anni 70 con un giradischi moderno però potrebbe risultare in un bagno di sangue visto che il vecchietto si comporta ancora così bene che per avere prestazioni comparabili dovrei spendere parecchio. E allora tanto vale accoppiargli una testina vintage dei suoi tempi. O no? Difficile capire la strada migliore: Ortofon, Goldring, Audiotechnica sono ancora attivi come produttori di testine, come ovviamente Grado (una testina Prestige 3 funziona molto meglio con lo stilo 8MZ, oppure si può investire su una delle loro testrine superiori, quelle in legno). Bisogna però capire quali di questi costruttori offre una testina con le qualità sonore che voglio io (per cominciare una risposta neutra, piatta) e a prezzi compatibili sia col mio portafogli che con il livello del mio impianto.

La Grado Prestige Blue 3 che alla fine ho deciso di vendere

Non lo so… lasciar perdere con l’analogico non mi va, non credo che potrei dar via tutto senza poi pentirmene. A volte penso che il mio giradischi vintage a telaio sospeso richiede continui controlli e regolazioni, le mie testine favorite non sono più in produzione e quando dovrò cambiare gli stili saranno bei soldi. Potrei prendere un giradischi più moderno e comodo come un Technics SL1200 o un Rega Planar 2 o 3 (ma non costano poco e non è detto che suonino meglio del mio, sarebbe solo un fatto di comodità); potrei prendere una testina Audiotechnica o Goldring e lasciar perdere il vintage, dato che già l’analogico lo fanno pagare più di quel che vale ed il vintage pure. Vediamo un po:

Thorens TD 160: 400-550 e
Shure M97: 200-250 e
Grado 8MX: 100-150 e

Totale: 700-950 euro con cui comprare un giradischi moderno con testina.

Basterebbero per un Rega Planar con Audiotechnica? Forse si… me ne pentirei? Forse si… L’ideale sarebbe poter fare un paragone prima di decidere. Ma non è possibile per me, almeno ora, acquistare un altro giradischi senza prima vendere il mio. E poi, dopo aver scritto questo articolo, ho fatto delle prove di ascolto sul Thorens, cambiando testina, col tappetino originale o con l’Achromat in PVC espanso. La Shure M97HE con l’Achromat sono la migliore accoppiata. Un giradischi moderno con una testina moderna potrebbero darmi meno da fare (certamente) e di più dal punto di vista sonoro? Non è detto. E forse un giorno lo scoprirò…