Dilemmi digitali

CDvsDACForse mi ripeterò un po’ rispetto a qualcosa che ho già scritto in questa sede, ma tant’è che questo sito è il mio, non è commerciale e ci scrivo quel che voglio, anche per chiarire le idee a me stesso. Parlo molto di HiFi in questo sito, anche perché tento di diffonderne la conoscenza, visto che oggi per molti HiFi significa un impianto multicanale con sorgente digitale, mentre io mi ostino a dire che l’alta fedeltà vera si raggiunge solo con la stereofonia e che il suono del vinile è molto spesso superiore o più godibile a quello del digitale. Il soggetto di oggi è questo: il “collo di bottiglia” del mio impianto stereo è forse il mio lettore CD. Ha senso oggi come oggi acquistare un lettore CD nuovo (e di un certo livello, visto il resto dell’impianto), anche alla luce del fatto che prediligo il vinile?

E’ un po’ di tempo che mi ritrovo ad ascoltare molto più spesso dischi in vinile che CD. Al momento non sono “atrezzato” per l’ascolto di musica liquida (file audio ad alta risoluzione) e sinceramente non so quanto mi piaccia l’idea di far suonare il mio computer nella catena audio. Sta di fatto che ascolto meno i CD dei vinili, anche per due motivi: la musica che ascolto più volentieri oggi ce l’ho quasi tutta su vinile; avendo un bimbo piccolo ed essendo impegnato tra lavoro ed aikido, trovo molto difficilmente tempo per ascoltare musica e quindi lo concentro sull’ascolto di quella che preferisco in questo periodo – e che ho su supporto analogico. Il punto è che quando metto su un CD nel mio lettore Oppo DV-980H sento una gran bella differenza con il vinile. Il vinile è nettamente superiore.

So benissimo che questo non è vero a priori: la qualità dell’ascolto, ammesso che l’impianto sia già ben strutturato e bilanciato e che – soprattutto – l’ambiente di ascolto sia opportunamente arredato (e con i diffusori posizionati correttamente), dipende dalla qualità della registrazione. Quando la registrazione non è un gran che, un impianto di buon livello, messo in condizione di dare il meglio, non fa altro che esaltarne i difetti. Alla fine potremmo avere dei vinili che si sentono male e dei CD che si sentono bene, ma solo perché è il “dato” originale che è buono o cattivo.

Facciamo il punto della mia situazione. In questo lasciamo fuori l’amplificatore ed i diffusori, che pur avendo più di 20 anni, non hanno alcuna colpa se non qualche possibile ma non evidente acciacco e una ovvia (ma neanche troppo) obsolescenza rispetto alle tecnologie più recenti.

Per quel che riguarda le sorgenti, ho quello che io ritengo il minimo sindacale sia in campo analogico che digitale: un vecchio Thorens TD-165 come giradischi per vinile ed un letotre CD-DVD Oppo DV-980H. Il primo l’ho rubai ad un amico che lo teneva buttato in disparte su un soppalco, il secondo lo acquistai usato spendendo 150 euro nel 2010 (meno i 60 euro a cui vendetti il CD che avevo prima). Se a caval donato non si guarda in bocca, quindi Thorens anni 70 è, e Thorens anni 70 rimarrà, l’Oppo fu la scelta più sensata dato che oltre a leggere enormemente bene i film su DVD, è anche un lettore che aveva fatto parlare moltissimo di sé come una specie di ammazza-giganti: c’è chi lo paragonava a lettori di costo enormemente superiore (migliaia di euro). Immagino che la realtà è che non sfiguri, considerando il prezzo, rispetto a lettori di fascia altissima proprio perché certamente massacra senza pietà quelli di pari prezzo. In soldoni, spendere 500 o 600 euro per un CD di fascia superiore a questo Oppo, che nel 2009 non raggiungeva i 200 euro di listino, non significava ottenere un suono migliore (anzi…); spenderne il doppio non garantiva risultati esageratamente superiori. Forse anche spendere 2-3000 euro poteva in certi casi non valere la pena considerando le prestazioni del piccolo 980H ma soprattutto quelle del fratello maggiore 983H che non raggiungeva i 400 euro di listino (comunque c’era anche chi riteneva migliore il più piccolo). Tutto ciò perché bisogna tenere ben presente una cruda realtà: le differenze soniche di lettori CD di prezzo simile sono davvero minime; quelle di prezzo anche molto diverso sono sfumature; differenze tangibili si hanno quando ci si avvicina a differenze di prezzo di un ordine di grandezza. Ma bisogna avere un impianto che sia in grado di farle sentire. Insomma, nelle mie condizioni non c’era scelta migliore da fare.

Quando acquisii il giradischi analogico tonando a far suonare i miei vecchi vinili fui piacevolmente sorpreso dei risultati. Il vecchio Thorens è un progetto del 1973, il livello base della linea di giradischi che l’azienda svizzera proponeva a quei tempi. A dover consigliare un acquisto analogico di base non avrei dubbi oggi ad indirizzare su un Project Essential, già regolato e con testina compresa. Salendo di qualità si può restare all’interno del listino Project o passare a Rega, poi si può passare a marchi di altro tipo. Ma se ci ritroviamo per le mani un vecchio giradischi come il mio, state certi che può benissimo dire la sua. All’epoca, non feci altro che acquistare una testina nuova da 80 mila lire e cambiare i cavi di segnale e di potenza, davvero insulsi. E già suonava bene, cavandosela in tutta dignità rispetto al CD Cambridge Audio CD6 che avevo allora. Poi scoprii che un giradischi di quel tipo, a controtelaio sospeso, risente di una cattiva regolazione e messa a punto. Così smontai tutto, pulii le varie parti, regolai le sospensioni in modo che il piatto girasse su un piano perfettamente orizzontale. Acquistai pure una testina di caratura superiore e poi scoprii anche altre regolazioni come l’altezza del braccio, il peso della testina meglio regolabile con opportuna bilancia elettronica, lo smorzamento del disco con “clamp” in grafite, il poggiadisco in acrilico, i piedini in gomma, ecc. Ogni volta il vecchio Thorens faceva un balzo qualitativo avanti. Anche l’Oppo non gli teneva testa ed eccomi qui a dichiarare che è ormai diventato il collo di boittiglia, l’elemento debole del sistema, specie considerando che il Thorens è passibile di ulteriori miglioramenti come testina e braccio di rango superiore.

Che fare? Tenersi l’Oppo 990H e continuare a curare e migliorare il versante analogico visto che è quello che utilizzo di più? O cercare di fare qualcosa per stimolarmi a suonare anche i poveri CD impolverati? Con la crisi delle vendite i prezzi dei CD sono bassissimi e spesso si possono fare veri affari. Un impianto come il mio meriterebbe un bel lettore blasonato, finalmente. L’ho sempre desiderato ma non ho mai avuto la possibilità di averne uno, visti i costi. Provo a fare una carrellata:

meridian206

Meridian 206 – L’oggetto del desiderio al momento che acquistai anplificatore e diffusori nel 1991. Mi impressionava la sua meccanica. All’epoca era universalmente riconosciuto come una meccanica granitica fosse necessaria per limitare gli errori di lettura del sistema ottico. La robusta meccanica del Meridian mi affascinava molto e credevo che questo lettore fosse il miglior compagno per il resto del mio impianto. Rimase un sogno, ma chissà, un Meridian 506 o 507 oggi si può trovare a 5-600 euro usato…

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Naim CD (CDx, CDx2, CD5x e così via) – 600-700 euro. Forse il più blaosnato lettore oggi sul mercato.

rega planet

 Rega Apollo o Rega Planet, dal tipico ed originale caricamento verticale. 6-700 euro usato…?

SONY DSCMade in Italy: Audio Analogue Paganini CD, splendido e ben suonante esempio delle capacità nostrane in campo HiFi – 6-700 euro usato

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Made in Italy: Unison Research Unico CD – stesso marchio del mio amplificatore, potrebbe essere un’idea azzeccata visto che in futuro potrei aggiornare ad un amplificatore integrato della stessa casa. Utilizza una sezione finale a valvole – 7-800 euro usato

Questo è quanto potrebbe essere fattibile nel mio impianto stereo in un futuro più o meno prossimo. Il problema è che 500 o 700 euro non sono una piccola spesa da destinare al campo dell’alta fedeltà. Si possono racimolare mettendoli un po’ alla volta da parte, ma il lettore digitale, così come le macchine fotografiche digitali, gli smarphone, ecc., è uno strumento che subisce una rapida obsolescenza, visti i passi da gigante che fa la tecnologia digitale ogni anno. Per questo, un CD con 10 anni alle spalle è un bel rischio, anche per motivi di allineamento delle meccaniche di lettura, la parte che più subisce i segni del tempo. Investire una tale cifra nell’usato comporta quinidi certi rischi, a meno di non cercare macchine con al massimo 5-6 anni sulle spalle. Rimane il fatto che si investirebbe questa cifra su un lettore per un supporto che ha gli anni contati: il CD è destinato a scomparire e sarà soppiantato dai file, il vinile resterà. Che fare?

Altro ragionamento che mi viene in mente: recentemente è salito alla ribalta un ottimo lettore CD di fabbricazione inglese; si tratta dell’Astin Trew AT3500, anch’esso con stadio d’uscita a valvole. Si tratta di un giradischi digitale favoloso che di listino costa circa 2000 euro ma si può trovare usato a 1400-1600 euro. La solita Oppo ha tirato fuori un multilettore Blue Ray, il BDP 105, che è in grado di tener testa anche all’Astin Trew, ma può farvi anche vedere film HD in qualità eccezionale, nonché fungere da ottimo lettore di file musicali e convertitore D/A di tutto rispetto, al prezzo di 1400-1600 euro nuovo, ma anche 700 usato. Quest’ultima scelta sarebbe l’ideale, visto che suona bene quanto un CD valvolare e fa anche molto di più. Il cuore porterebbe a scegliere un CD vero, che faccia solo quello, ma la Oppo sembra insegnareci che non sono più i tempi in cui le cose andavano così, i suoi lettori, seppure di aspetto più dimesso e poco invitante dal punto di vista della robustezza, fanno tante cose e tutte bene. Rassegnamoci…

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Astin Trew AT3500 con stadio d’uscita valvolare Oppo BDP 105, multilettore audio/video/file/streming con ingresso digitale coassiale ed ottico ed uscite bilanciate

La ragione invece direbbe di rivolgersi senza indugio verso un buon convertitore digitale/analogico che migliori le prestazioni dell’attuale lettore Oppo 980H. Negli ultimi anni si è capito che l’importanza di una meccanica stabile, pesante, sicura è inferiore a quanto si credeva: i veri problemi del digitale stanno nel circuito di conversione e tutti gli altri circuiti che cercano di ovviare al problema di fondo dell’audio digitale, ossia il rumore di quantizzazione ed il jitter. In poche parole (se ci riesco), la registrazione digitale consiste nel prelevare un campione del suono ogni piccola frazione di secondo ed assegnarlgli un valore. Il circuito di riconversione in analogico deve ricostruire il segnale sonoro da questi campioni, quindi non verrà mai “preciso” come l’originale (rumore di quantizzazione), ma deve anche posizionare tutti i campioni riprodotti al tempo giusto, nella frazione di secondo esatta in cui erano stati prelevati, cosa impossibile che genera un diusturbo detto jitter. Queste imperfezioni della riproduzione digitale si sono dimostrate più problematiche di eventuali errori di lettura, per altro diventati sempre meno frequenti con l’avanzare della tecnologia di costruzione delle meccaniche di lettura dei CD/DVD ROM per computer, nonostante fossero quasi completamente in plastica (la maggior parte dei lettori di cui sopra, se non tutti, utilizzano queste meccaniche). Quindi che senso ha spendere migliaia di euro per un lettore CD, quando si può usare un economicissimo lettore DVD (anche Blue Ray) che abbia una uscita digitale? Molto più sensato spendere i soldi su un buon DAC, che con gli anni sarà tranquillamente rivendibile per aggiornarlo con qualcosa di più moderno.

Con circa 250 euro si può ottenere un Arcam rDAC on un Musical Fidelity V90 nuovo o un italiano M2Tech EVO DAC usato. Con un piccolo sforzo in più si arriva al Rega DAC usato, ma non è detto che sia davvero meglio degli altri. L’unico dubbio è se davvero sarà meglio della sezione D/A del mio attuale Oppo. Probabilmente si, e magari potrebbe dare nuova vita ai miei ascolti digitali, consentendomi di provare il suono dei file da computer: estraendo le tracce dai CD senza comprimerle e facendole suonare al computer si saltano completamente tutti i problemi di lettura legati alla precisione del sistema ottico e della meccanica del lettore (un CD gira vorticosamente e vibra, un hard disk legge in sequenza tutti i bit che servono senza saltarne uno). Il mio piano sarebbe di aggiungere una Apple TV o Airport per trasmettere in wireless i file dal MacBook. Se un giorno l’Oppo dovesse cedere al tempo ed avere problemi di lettura sarà facilmente sostituibile con un qualunque lettore DVD (magari anche sotto i 100 euro) che abbia una uscita digitale, possibilmente coassiale, visto che pare sia meglio di quella ottica.

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L’italiano M2Tech EVO DAC (375 euro di listino) utilizza un convertitore Burr-Brown PCM1795 ed è espandibilie con ulteriore alimentatore, clock esterno ed interfaccia USB separata L’inglese Arcam rDAC (250 euro di listino) utilizza un chip Wolfson IC8741 ed è già predisposto per ricevere dati in wireless ed ha anche l’interfaccia USB.