Musica: liquida o …solida? Questo è il problema!

Ho un dilemma (gli audiofili hanno sempre dubbi assillanti, problemi che li angosciano, dilemmi che tolgono il sonno e l’appetito…).
Il mio impianto HiFi ha più di 20 anni. Per la precisione parlo di diffusori e amplificatore. All’epoca era di tutto rispetto. Per capirci, spesi più di 1 milione a componente alla fine del 1991. La sorgente è molto più recente, un lettore CD/DVD dall’ottima qualità sonora e stupefacente qualità video. Euro 150 usato nel 2010…
Ora: escludendo l’ottimo giradischi Thorens, la sorgente è l’anello forse un po’ più debole della catena. Forse (ripeto) l’impianto meriterebbe un lettore più blasonato?
Ma al giorno d’oggi potrebbe essere più razionale puntare sulla cosiddetta musica liquida: estrarre le tracce dai miei CD su hard disk in un formato non compresso (lossless) e per il nuovo acquistare in rete file audio ad alta defiizione (Flac o simili). L’acquisto da fare sarebbe un opportuno convertitore digitale/analogico (DAC) con cui far suonare il mio MacBook in modo davvero HiFi. Ma ho davvero voglia di crearmi una libreria digitale di musica su hard disk e cominciare (come per le foto) a preoccuprami dei backup, della sicurezza dei dati digitali che possono svanire per un qualunque guasto?

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HiFi? Ma perché?

Perché spendere soldi per comprare degli scatolotti che occupano a volte notevole spazio al solo scopo di ascoltare musica? E perché no, dico io?
Perché, per ascoltare musica, non ci si preoccupa della qualità del suono? Eppure il piacere d’ascolto dovrebbe essere legato anche alla qualità del suono, non solo a quella artistica. Una volta (anni ’70) l’alta fedeltà andava di moda. Oggi no. E’ un prodotto di nicchia. Eppure mai come ora esiste la possibilità di ottenere una qualità sonora davvero alta spendendo davvero poco.

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