Superlinux è tornato!

Il 2022 è stato l’anno del mio ritorno a Linux e al software libero ed open source. Dal 2007 ero diventato un utente Macintosh e pertanto avevo abbandonato ogni velleità di utilizzo di software libero. Ero stanco di lottare con i mulini a vento e mi sono lasciato andare alla comodità di un sistema pronto all’uso e chiuso ad interventi dall’esterno. E pensare che mi chiamavano Superlinux. Ma sono successe tante cose nel frattempo. Ho perso il lavoro da geologo e dopo qualche tempo le mie conoscenze informatiche mi hanno consentito di riciclarmi in tale ambito. Ho cominciato a ripensare all’ormai lontano interesse e fascinazione per la programmazione visto che avevo incominciato a scrivere semplici codici per lavoro. Il ricordo della linea di comando ogni tanto mi faceva ripensare a Linux. Come sarà cambiato dopo tanti anni? Ma in tutti questi anni l’invasività nelle nostre vite da parte delle grandi aziende di internet era aumentata a dismisura. Quando ho fatto davvero mente locale su questo fatto ineluttabile, una certa parte di me si è risvegliata…

Non ero un utente Linux alle prime armi quando sono passato al Mac pensando che fosse comunque un sistema Unix. Avevo provato diverse distribuzioni, ne avevo installato alcune sul mio PC di lavoro dove facevo modellazione geologica 3D su applicazioni Linux. Ero anche riuscito ad installare Debian sul mio notebook Dell con hardware incompatibile con Linux, hard disk compreso, a meno di non ricompilare il kernel apposta. Quindi per me non si trattava di “Linux è difficile”, sono sempre stato uno che risolveva i problemi dei computer, ero in grado di assemblare un PC da zero. Ero solo diventato stanco di farlo, di configurare computer invece di usarli. Ma vedere il mio splendido MacBook Pro del 2011 bloccato al vecchio sistema High Sierra da imposizioni di Apple (se vuoi usare software aggiornato compri un Mac nuovo), essere costretto a tornare ad usare Windows, un sistema che non ho mai digerito dopo la versione 3.11, mi ha fatto tornare alla vecchia passione. Dopo qualche ricerca ho installato delle distribuzoni derivare da Arch Linux, Manjaro sul Macbook e ArcoLinux sul notebook HP di lavoro. E ne sono contentissimo!

E’ forse vero che Linux non è per tutti ma è anche vero che nessuno se lo ritrova preinstallato sul computer che acquista, pronto all’uso come Mac OSX o Windows. Bisogna installarselo da soli.

E’ forse vero che Linux non è per tutti ma è anche vero che nessuno se lo ritrova preinstallato sul computer che acquista, pronto all’uso come Mac OSX o Windows. Bisogna installarselo da soli. Non è difficile, è più facile che con Windows. Ma chi lo fa? Non conosco nessuno che abbia Linux sul suo PC. Nessuno. Ma è anche uno stimolo in più per me. Manjaro Linux mi ha sorpreso nel modo in cui sta funzionando sul mio vecchio MacBook. Certo, ho dovuto usare qualche comando da terminale per attivare funzioni quali la ventola e la tastiera retroilluminata. Ma ha poi anche riconosciuto automaticamente la stampante wifi! Posso anche usare l’uscita audio digitale ottica! Ed è tutto più veloce!

Ci sono dei problemi, sia sul PC che sul Mac. Vanno affrontati con un po’ di ricerca e vari tentativi. Poi c’è il problema del software, necessariamente diverso se si usava MS Office o le applicazioni Adobe per la grafica o altro software proprietario che non è installabile su Linux. Esistono svariate alternative open source ed è proprio questo il punto: quando ci si rende davvero conto di cosa fanno oggi i grandi di internet, monitorando ogni nostra attività sulla rete e sul computer per farne marketing, pubblicità e mezzo per guadagnare cifre enormi ed acquisire sempre più potere ed esser sempre meno controllabili, un pensiero a staccarsi da tutto questo lo si fa. Non sono più i tempi del Think Different di Apple. Il Mac non è più il computer dell’artista o del creativo. O meglio, da quando è connesso alla rete non è più il simbolo di libertà che era una volta. Anzi…

Quando ci si rende conto di tutto questo, staccarsene e scegliere sol osoftware libero ed open source diventa quasi una necessità e si sopporta qualunque piccola o grande difficoltà nel dover cambiare le abitudini d’uso e nel dover risolvere qualche problema di compatibilità.

Ultima riflessione: è più sicuro e funzionale un software aperto al cui codice possono accedere milioni di appassionati e metterci mano per sistemare le cose in qualunque momento, o un software chiuso, col codice segreto e privato, che solo pochi programmatori dipendenti possono vedere, aggiornare e correggere secondo le direttive di chi paga il loro stipendio?

In realtà Linux non è difficile. Il cambiamento è difficile, conquistarsi la libertà è un lavoro duro e lo si fa con la conoscenza. Linux spinge ad approfondire le conoscenze informatiche. In un modo in cui l’informatica è in ogni cosa che facciamo non è poco. Linux è il sistema operativo che è sul 95% dei server web: internet gira su Linux. Il sistema Android gira sulla maggior parte degli smartphone ed è basato sul kernel Linux. Linux è in definitiva il sistema operativo più usato. Ma è il meno usato sui computer personali. Semplicemente, il telefonino ve lo vendono con Linux preinstallato (ma non lo sapete), il computer no. Linux sul telefonino perà ce lo mette Google, e gli aggiunge tutti i pacchetti necessari epr monitorare le attività e fare business su quei dati. Mettere Linux preinstallato su un PC significa darvi un PC sicuro, privato, non monitorato. Pochissimi lo fanno. Tutti devono o vogliono usare Windows ed Office. Tanti anni fa chi si opponeva a questa omologazione “pensava diverso” e usava un Mac. Oggi che la pensa in un altro modo usa Linux ed il software open source e libero; libero dal costante controllo e monitoraggio delle aziende più potenti del mondo che fanno enrmi profitti su dati che volontariamente ogni giorno forniamo loro, ignari di farlo, ma non più così tanto…