Il grande fratello

Oggi il mondo è connesso, il computer serve per lo più per utilizzare Internet e ce lo portiamo in tasca tutti. Qualunque cosa facciamo è condivisibile in tutto il mondo all’istante. Se è bellissimo poter stare in diretto contatto con persone care dall’altra parte del globo (e cosa avremmo fatto senza Internet durante il lockdown per il Covid?), dall’altro le nostre attività online sono diventate sia la fonte di guadagno per le grandi aziende informatiche che un modo efficientissimo per tenerci sotto controllo e a bada: un eventuale dissidente (anche in paesi democraticissimi a cominciare dagli USA), o chiunque si impegni in qualche forma di protesta civile che risulti scomoda alle autorità, può essere messo sotto controllo con sofisticatissimi sistemi di raccolta informazioni che non fanno altro che mettere insieme dati da tutte le nostra attività in rete.

Il nostro cellulare fornisce la posizione, le nostra carte di credito anche informazioni sui nostri acquisti e quindi ancora posizione e gusti, i nostri “like”, le nostre condivisioni per non parlare dei commenti, danno una chiara idea di cosa pensiamo. Molti di noi gli forniscono anche i km di corsa o i passi fatti al giorno, lo stato di salute, il credo politico o religioso. Tutto è rintracciabile e algoritmi di intelligenza artificiale fanno presto a tirar fuori un profilo della persona di interesse. I nostri fornitori di connessione poi sanno quali sono i siti che abbiamo visitato, la nostra posta ormai equivale a delle cartoline aperte allo sguardo di chiunque abbia un minimo di tecnologia in mano. Ma non c’è bisogno di entrare nella posta elettronica: basta andare sui nostri social per capire chi siamo e cosa compreremmo più volentieri, per non parlare di come votiamo!

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Se si vuole tenere sotto controllo una persona scomoda, un nuovo politico pericoloso per il sistema, un giornalista troppo audace, il materiale c’è: lo abbiamo fornito noi di nostra spontanea volontà. Anzi, con entusiasmo! Come disse qualcuno, se il prodotto è gratis vuol dire che il prodotto siete voi. Gmail offre un minimo di 15 gigabyte gratuiti per archiviare i nostri messaggi di posta. E lo slogan, lo ricordo, era proprio “non dovrete mai più cancellare i vostri messaggi”. Ed io per primo ci sono cascato in pieno: niente più posta che occupa spazio nel computer, tutto online, sui server di Google per sempre e pure gratis! Come mai? Google traccia le nostre ricerche e le nostre attività online che sono vendibili come oro a grandi multinazionali che ne analizzano gli schemi per intuire i nostri gusti e preferenze e mirare la pubblicità. Sembra un’inezia, invece è il marketing moderno, un giro globale di miliardi. Più siamo attivi e partecipanti online, più ci esprimiamo, condividiamo, acquistiamo, lasciamo like o non like, più preciso sarà il nostro profilo. Badate bene, a queste informazioni non sono legati direttamente i nostri nomi! Non serve. Basta propinare sui nostri dispositivi le pubblicità che hanno le migliori possibilità di riuscita in base alle nostre attività online. Una mia ricerca su Google può dare risultati diversi da un’altra persona. Se poi qualcuno avesse interesse a risalire a posizione e nome di una certa persona a partire dalle sue ricerche, è stato dimostrato che è possibile in percentuali vicinissime al 100%!