I miei obbiettivi Nikon

Una breve introduzione agli obbiettivi manuali Nikon.

foto-obiettiviIl sistema con cui un obbiettivo si monta su un corpo macchina Nikon è detto a baionetta. Fu introdotto nel 1959 per le Nikon F. Il nome Nikon deriva da Nippon Kogaku (ottica giapponese) e l’assonanza con il nome della macchina fotografica Zeiss Ikon. Anche per gli obbiettivi la casa giapponese volle omaggiare la Zeiss, denominando i suoi con una “r” finale alla stregua di Tessar, Planar, ecc. Ecco dunque gli obbiettivi “Nikkor” (il fatto che “nikko” significhi “luce del sole” in giapponese è un puro caso…).

La prima serie di obbiettivi a baionetta fu quindi chiamata Nikkor F. Dopo averli montati, bisognava ruotare la ghiera delle aperture al massimo per fare in modo che la macchina fotografica “registrasse” l’obbiettivo e quindi calibrasse l’esposimentro correttamente (procedimento detto “indexing”).

Nel 1977 la Nikon introdusse degli obbiettivi che venivano calibrati automaticamente dalle nuove macchine – “automatic indexing” = AI. Per questo motivo tutti gli obbiettivi precedenti venivano anche chiamati pre-AI o non-AI. Essi possono essere facilmente convertiti in AI con una modica spesa e funzionano perfettamente.

Tutti questi obbiettivi, designati come Nikkor, comunque molto costosi ai loro tempi, erano costruiti impeccabilmente, precisi ed affidabili, senza parti in plastica. Nel 1979 la Nikon pensò anche ai meno abbienti ed introdusse una serie economica (Serie E) di obbiettivi dall’elevatissimo rapporto qualità/prezzo, con caratteristiche ottiche eccezionali. In questa serie introdusse anche una caratteristica che permetteva a tali obbiettivi di utilizzare la nuova esposizione Matrix delle Nikon dalla FA in poi. Questi obbiettivi erano designati Nikon invece di Nikkor.

Dal 1981 quest’ultima caratteristica veniva aggiunta a tutti gli altri obbiettivi Nikkor, dato che tutte le nuove macchine fotografiche utilizzavano l’esposizione Matrix o sue derivate. Gli obbiettiivi vennero designati come Nikkor AI-s per distinguerli dai precedenti (il che significa che gli obbiettivi della serie E funzionano come gli AI-s per quel che riguarda l’esposizione Matrix). Dai pre-Ai agli AI-s, si tratta in genere di oggetti molto belli oltre che otticamente e meccanicamente superbi. E’ un piacere utilizzarli, mettere a fuoco manualmente con la leggendaria fluidità e precisione delle ghiere di messa a fuoco Nikon. Niente a che vedere con la qualità costruttiva dei moderni autofocus per digitali in plastica (pur sempre da prestazioni molto elevate).

La successiva serie di obbiettivi fu introdotta con gli autofocus, AF, utilizzabili nelle macchine più recenti (quindi, ovviamente, sono anche AI-s), i cui vari tipi evitiamo di approfondire.

Il mio set attuale:


Nikkor 28 mm f/2.8 AI (1974-1981)

foto-Nikkor28mmf2-8Il mio obbiettivo principale. Cercavo un 35 mm come obbiettivo “normale”, ma era più facile trovare i 28 mm e mi sono convinto. Acquistato su eBay tedesco. E’ in buono stato.

Preciso, ottimo contrasto, qualità ottica impeccabile, messa a fuoco perfetta. Pesa 245 g, ha un otturatore a 7 elementi in 7 gruppi e copertura di 74°.
Ottica decisamente superiore ai moderni zoom autofocus. Impercettibilmente meno preciso del corrispondente AI-s.
Insomma, uno degli obbiettivi più precisi mai costruiti da Nikon ad una spesa davvero modica.

La prova di kenrockwell.com
L’analisi di mir.com

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Ponte di Brooklyn, New York – Nikon FE, AI Nikkor 28 mm f/2.8, Kodak Portra 800NC


Nikkor 50 mm f/1.8 AI (1978-1986)foto-Nikkor50mmf1-8ai

Me lo sono ritrovato come “tappo” della Nikon FE che ho acquistato sull’eBay tedesco. Sembra che nessuno voglia più i 50 mm e si trovano a prezzi strepitosi. Grazie alla diffusa abitudine di utilizzare un 35 mm come normale e un 85 mm come teleobbiettivo, chi è interessato può fare affari notevoli comprando il “normale” 50 mm e il più “lungo” 135 mm. I 50 mm Nikon sono stupefacenti come qualità ottica e meccanica.

Quello della serie AI non distorce neanche alla massima apertura f/1.8, comportandosi perfino meglio, a massima apertura, del più luminoso e molto più costoso 50 mm f/1.4! Qualità dell’immagine perfetta a tutte le aperture. Obbiettivo molto luminoso, ideale in condizioni di scarsa luce.

Ha un diaframma a 6 elementi in 5 gruppi ed è costruito a livelli qualitativi altissimi. Nacque nel gennaio 1978 come successore dello f/2. Già nell’80 fu aggiornato aumentando l’apertura minima a f/22, per un’ottima versatilità e profondità di campo. Ha una copertura di 46°, una precisione impressionante ed è piuttosto compatto con i suoi 220 g di peso.

La prova di kenrockwell.com
L’analisi di mir.com

foto-50mmIl Foro Traiano in notturna, Roma – Nikon FE, Fuji Superia 400, esposizione automatica


Nikon 135 mm f/2.8 E (1976-2005)foto-Nikon135mmf2-8e

Trovato a poche decine di euro in una vetrina di un negoziante. Non intendevo utilizzare un 135 mm ma un 85 mm. Ancora una volta l’occasione mi ha portato a cambiare idea e la mogliettina me lo regalò. Per essere un 135 mm è molto compatto. Restituisce un’ottima prospettiva naturale ed avvicina i soggetti di circa tre volte.

Introdotto nel tardo 1981, è un obbiettivo di una precisione impressionante anche alla massima apertura. La successiva versione AI-s è forse leggermente meglio ma anche questa economica serie E è di una qualità superba. Pesa solo 395 g contro i 435 della versione AI-s. Tutte le superfici delle lenti sono trattate col sistema Nikon Integrated Coating, consentendogli di produrre immagini fenomenali con colori fedelissimi.

Può chiudere l’otturatore fino a f/32, usufruendo quindi di una elevata profondità di campo. Ha un parasole metallico telescopico incorporato, molto utile nei controluce. Otticamente è basato su uno schema a 4 elementi su 4 gruppi, mentre il successore AI-s ne ha 5 su 4.

La prova di kenrockwell.com
L’analisi di mir.com

F1030027Empire State Building, New York – Nikon FE, Nikon E 135 mm f/2.8, filtro giallo, Kodak T-Max 400.


Incredibile come si possano acquistare oggi ottiche eccezionali a prezzi così bassi…
Comunque le cose stanno cambiando, perché anche le ultime Nikon digitali possono utilizzare questi vecchi obbiettivi, autofocus a parte, ed i prezzi stanno salendo.
Consideriamo pure che niente ci impedisce (anzi, sarebbe molto istruttivo!) di usare questi obbiettivi sulle Nikon digitali meno recenti, esporre con la regola dell’f/16 e metterea fuoco a mano valutando la distanza ad occhio…


Il primo obbiettivo che acquistai mentre cercavo di imparare ad utilizzare seriamente la Nikon FM di mio padre (col suo 50 mm serie E “di serie”) lo trovai a New York in un negozio della 5a Avenue nell’agosto del 2000. Il negoziante, dopo aver fatto la classica battutina “Ah, Italia? Mafia?”, forse approfittando dell’inesperto che ero, mi propinò dapprima un Sigma zoom 28-80, che però mi consentì di provare per qualche giorno (forse aveva paura che sapessi dove andava a scuola la figlia?). Feci qualche foto, sviluppai il rollino e confrontai. Era buono, ma poi decisi di cambiarlo con l’equivalente Nikon:

Nikkor AF 28-80 D f/3.5-5.6 (1999-2001)foto-Nikon28-80mm_af-d

Nel 2000 usavo solo una Nikon FM di mio padre. Quindi non avevo certo bisogno di un obbiettivo autofocus ma lo presi lo stesso, anche per avere un ricordo del mio primo viaggio a New York, assieme alle foto che con esso scattai. Poi scoprii che avrei potuto comprarlo in Italia allo stesso prezzo, ma vabbè, vuoi mettere il gusto della prima volta a New York, compri l’obbiettivo nuovo e cominci a scattare lì per lì…? Fu così che cominciai a scattare foto con più cognizione di causa, cercando di capire cosa stessi davvero facendo.

Più tardi scoprii da recensioni varie che, nonostante fosse snobbato da molti perché costruito interamente in plastica, questo piccolo barilotto zoom ha un rapporto qualità / prezzo enorme. Per quanto sia leggero e sembri davvero poca roba al toccarlo con mano, ha una precisione sbalorditiva a tutte le aperture e a tutte le lunghezze focali! Un affarone che ora è in servizio sulla Nikon D70, la digitale reflex di famiglia, dove finalmente, dopo anni di lavoro sulle Nikon manuali, può utilizzare il suo autofocus…

La prova di kenrockwell.com
L’analisi di mir.com

foto-28-80Cattedrale Nostra Signora di Tyn, Praga – Nikon FE2, Nikkor AF 28-80 D, Fuji Velvia 50, esposizione automatica su treppiede