Gli inizi

Agli albori dell’era informatica, un computer era considerato una specie di macchina per fare i conti superveloce, la naturale evoluzione delle calcolatrici usate durante la seconda guerra mondiale. Era normale perforare una serie di schede per fornire non solo l’input, ma anche i rudimenti di quello che oggi prende il nome di sistema operativo.

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L’ENIAC del 1944

Ed era normale che il risultato del calcolo venisse presentato varie ore, se non giorni, più tardi. Inoltre, tra un input e l’altro, il computer se ne stava lì buono e tranquillo senza far nulla, proprio come una macchina calcolatrice. Esempi celebri di questo tipo di calcolatori furono l’ENIAC (in alto), l’EDVAC e l’UNIVAC, realizzati a fini bellici dall’Esercito degli Stati Uniti tra il 1944 e il 1951.

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Lo Z3 tedesco di Conrad Zuse, del 1941

Comunque, il primo computer completo era lo Z3 (in alto), costruito in Germania da pezzi riciclati di telefonia da Konrad Züse, praticamente da solo nel 1941. Distrutto in un bombardamento dagli Alleati, per molti anni è stato ignorato, assegnando così il primato all’ENIAC.

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Il Colossus

Ci fu poi il Colossus, costruito dagli inglesi presso il GHCQ di Bletchley Park nel Buckinghamshire nel 1942. Questa macchina, parte del programma condotto da Alan Turing, costruita con l’aiuto dell’esperto in centralini telefonici T. H. Flowers, faceva parte del progetto per la decifrazione del codice tedesco ENIGMA, ed era talmente top secret che Winston Churchill ne ordinò la distruzione alla fine della seconda guerra mondiale. Solo negli anni 1990, in seguito alla declassificazione dei documenti relativi, si è venuti a conoscenza dell’esistenza del Colossus.

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Alan Turing

Alan Turing è considerato il padre della moderna informatica e dei computer odierni. Genio matematico, atleta quasi olimpionico, omosessuale condannato dal governo britannico alla cura con ormoni, si suicidò all’eta di 42 nel 1954 morsicando una mela avvelenata da lui preparata con cianuro. La mela morsicata, ricordata in una statua alla memoria del genio inglese, seduto su una panchina prima di morderla, è stranamente diventata oggi un simbolo di informatica.

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La statua di Alan Turing

Un’ altra macchina precedette il Colossus: si tratta di un calcolatore denominato Bomba progettato e sviluppato dagli ingegneri polacchi per lo stesso scopo del Colossus. Tale calcolatore venne poi sfruttato per la realizzazione della macchina inglese dopo che il regime tedesco ebbe cambiato il sistema di codifica dei messaggi con la macchina Enigma. La bomba tuttavia era una “macinanumeri”, ossia non prevedeva programmazione se non tramite riassemblaggio e modifiche al meccanismo.

“Whirlwind”, il simulatore di volo

Fin dagli inizi, però, vi fu un’eccezione a questo stato delle cose: la Marina Militare degli Stati Uniti finanziò nel 1944 un progetto del Massachusetts Institute of Technology volto a realizzare un Simulatore di volo, completamente elettronico.

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Il Whirlwind, che controllava il simulatore di volo della US Navy del 1944

Il risultato di questi sforzi fu Whirlwind, il primo computer che reagiva in tempo reale alle azioni dell’utente (il pilota), invece di attendere l’input e dare risposte. Jay Forrester, a capo del progetto, comprese che l’importanza di avere un computer che potesse reagire in tempo reale superava quella del simulatore di volo.

Forrester convinse la Marina ad ampliare il progetto, nel 1948, per realizzare un computer general purpose. Ottenne un milione di dollari l’anno, e nel 1951 presentò la versione definitiva di Whirlwind: otto armadi di valvole.

Le prestazioni erano eccezionali, essendo paragonabili a quelle dei personal computer dei primi anni ’80, tipo il TRS-80. Fu anche il primo computer ad essere utilizzato come personal computer: ci si prenotava per 15 minuti di utilizzo e si potevano scrivere e poi lanciare dei programmi, compiere simulazioni e altro ancora.

Nascita del SAGE

Tuttavia la Marina non era più interessata al progetto, e minacciava di tagliare i fondi. Ciò che impedì la chiusura del progetto furono i test nucleari compiuti dall’Unione Sovietica, iniziati nell’agosto 1949. L’Aeronautica Militare degli Stati Uniti, temendo un attacco a sorpresa con missili balistici intercontinentali, commissionò al MIT un sistema di allarma interamente basato sulle tecnologie più avanzate, in cui computer come Whirlwind coordinassero la sorveglianza radar e il puntamento dei bersagli.

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Il S.A.G.E. del 1956 permetteva il tracciamento delle rotte Radar degli aerei

Il 20 aprile 1951 Whirlwind dimostrò la fattibilità del progetto, tracciando le rotte di tre aerei dai dati acquisiti tramite i radar, calcolando le traiettorie d’intercettazione in modo da portare l’aereo “difensore” entro un chilometro dagli “aggressori”. La macchina divenne dunque il cardine del Progetto Lincoln, il quale portò nel 1956 alla nascita di SAGE: Semi-Automatic Ground Environment.

Il SAGE era un sistema dislocato su tutto il territorio continentale degli USA, con 23 centri operativi, ognuno dei quali era dotato di due computer, anche se poteva funzionare con uno solo, e poteva ospitare fino a 50 operatori. Il sistema non venne mai impiegato in combattimento e fu dismesso nel 1984.

La creazione di SAGE portò alla nascita della Silicon Valley dell’Est, in quanto il Progetto Lincoln divenne il Laboratorio Lincoln e fu spostato a Lexington, vicino Boston nel 1952: ben presto, altre organizzazioni high-tech lo seguirono. Inoltre, SAGE favorì l’inserimento della tecnologia resa disponibile da Whirlwind nel mondo degli affari: l’IBM, forte dell’esperienza derivante dall’essere il principale fornitore di computer del programma, creò un sistema di biglietteria nazionale in tempo reale per l’American Airlines.

Il sistema divenne operativo nel 1964 col nome di SABRE, Semi-Automatic Business-Related Environment, che divenne il riferimento per tutti i sistemi successivi di transazioni sul punto vendita.

Sempre IBM, nel 1955, iniziò ad utilizzare memorie a nuclei di ferrite, molto più economiche di qualunque altro metodo di immagazzinamento di dati binari dell’epoca, tanto che furono sostituite dai chip di memoria solo negli anni Settanta.

Il PDP-1

I 15 minuti messi a disposizione su Whirlwind ispirarono tra i più giovani utilizzatori del sistema a realizzare macchine che permettessero a chiunque di sfruttare la potenza della nuova tecnologia.

Fu così che due di loro, Kenneth Olsen e Harlan Anderson, misero su nel 1957 un piccola società per commercializzare computer interattivi: la Digital Equipment Corporation (DEC).

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Il DEC PDP-1 del 1960

Il mercato, però, rimase diffidente: il primo elaboratore programmabile immesso sul mercato dalla DEC, il PDP-1 del 1960, vendette solo 49 esemplari. Un numero rispettabile per l’epoca, ma tutt’altro che il boom spettacolare che ci si potrebbe attendere ai giorni nostri.

Il PDP-1 tuttavia fu tecnicamente un successo: aveva un monitor a tubo catodico integrato, poteva trovare posto in una piccola stanza e forniva una rispettabile potenza di calcolo per il suo costo di “soli” 120.000 dollari.

Ma, cosa molto più importante, lo standard del PDP-1 era aperto: tutti i dettagli costitutivi erano a disposizione, in modo da fornire agli utenti “avanzati” la possibilità di personalizzare o migliorare la macchina in caso di necessità: cosa che, per inciso, avvenne puntualmente.


Fonte: it.wikipedia.org