Ora sì che si ragiona…

Era un bel pomeriggio di sole del 31 ottobre 2023. Dopo pranzo mia moglie ha accompagnato me e nostro figlio alla stazioncina ferroviaria semi abbandonata da dove sarebbe partito il treno leggero che ci avrebbe portati nella cittadina dove avrei completato il passaggio di proprietà della mia “nuova” auto. In realtà l’auto ha 2 anni in più di quella che va a rimpiazzare. Ma è di categoria superiore ed è una di quelle scelte che si fanno quando a un certo punto decidi che si vive una volta sola e che certe soddisfazioni te le meriti pure. La tranquilla attesa al bar con mio figlio è benvenuta, aiuta a pregustare l’evento, una cosa che ormai pensavo sarebbe stata difficile da realizzare. Invece alcune vicissitudini hanno voluto che potessi (o forse dovessi) prendere in considerazione di comprare un’altra auto. Ho scoperto che potevo di nuovo accedere ad un piccolo credito ed ho trovato l’auto che desideravo. Dopo circa 3 anni una nuova Papalfa sarebbe entrata in famiglia.. Continue reading  

Papalfa 2.0? Io e l’Alfa Romeo

Il mio rapporto con Alfa Romeo inizia da piccolo, quando, da bambino nato a metà anni 60, era usuale giocare con le macchinine e imitare i “grandi” che guidavano un’auto. Non mi ritengo un vero appassionato di automobili in senso stretto e non ho avuto molte Alfa, anzi, fin’ora solo una. Ma fin da piccolo ero affezionato ai modelli Alfa Romeo mitici della mia infanzia. Ero incantato dalle auto che circolavano in città, chiedevo a mio padre che modello fossero e quale fosse la migliore. Ricordo ancora oggi che allora mio padre ritenesse che la Alfa Romeo Giulia fosse la macchina migliore a quei tempi. E questo è stato il mio imprinting. La Giulia era l’auto delle forze dell’ordine e dei malviventi. I film “polizziotteschi” dell’epoca erano pieni di inseguimenti tra Alfa Romeo. Le loro prestazioni, la tenuta di strada in particolare, erano leggendarie. Continue reading  

Papà, qual è la macchina migliore di tutte?

Da bambino ero appassionato di automobili. Mi affascinavano nel loro modo di funzionare. Trovavo miracoloso che un motore che bruciava benzina potesse innescare una serie di meccanismi che contribuivano a far girare le ruote e far raggiungere alla “macchina” prestazioni anche da primato. Ma quello che mi affascinava delle auto era che fossero una cosa da adulti. Saper guidare era “da grandi” e non vedevo l’ora di imparare. Guardavo le auto che popolavano la mia città e sognavo di guidarne una. Ovviamente, come quasi tutti i bambini dell’epoca, giocavo con le macchinine ma a me piacevano le riproduzioni dei modelli “normali”, quelli che si incontravano tutti i giorni. Le Porsche e le Ferrari non mi interessavano. Ero attratto dalle auto delle persone vere, quelle con cui la gente andava a fare la spesa, al lavoro, portava i figli a scuola o a trovare i nonni e magari andava in vacanza. Erano i tempi in cui la Fiat 500 aveva motorizzato gli italiani. La 600 ne era l’evoluzione e l’850 ne era la versione ampliata. La regina indiscussa era la Citroen DS, l’auto più bella mai costruita. Ma la migliore davvero qual era? Continue reading  

Se uno è “Bravo” a tenere il “Ritmo”…

Suono la chitarra da quando ero giovanissimo e un po’ di senso del ritmo ormai lo dovrei avere. Se estendiamo il concetto alla vita di tutti giorni, lo vedo un po’ come essere capaci di adattarsi alle situazioni in base quello che accade e a quali sono le nostre capacità. Insomma, essere “Bravo” a tenere il “Ritmo” della vita è sicuramente molto utile. A volte ci sono riuscito e mi sono adattato ai cambiamenti inaspettati, primo fra tutti la perdita del lavoro che tanto avevo sognato. Non è un segreto che i periodi della mia vita io li veda contrassegnati dalle automobili utilizzate in quel momento. Non sarà molto poetico legare i ricordi alle auto di famiglia ma io ho un’intera sezione di questo sito dedicata all’argomento. E l’ultima arrivata in famiglia porta il nome di un riconoscimento, come a dire che sono stato …Bravo. Continue reading  

Le avventure di una Papalfa

Avevo fatto un sogno. Era notte e dei fari di una automobile illuminavano un cancello di una villa di campagna. Era come se li guardassi di lato alla loro altezza, come fossi un bambino. Provavo quella sensazione di sicurezza e calore di rientrare a casa con la tua famiglia, una sensazione molto positiva che mi è rimasta impressa con quella stessa immagine del sogno. I fari dell’auto erano tondi e cromati. Erano quattro. Al centro una griglia a V con un logo rotondo sul lato alto che per me ha sempre ricordato un periodo in cui la vita era diversa, aveva un altro ritmo, più naturale. Un periodo in cui quando viaggiavi o facevi semplicemente un giro non eri rintracciabile e per chiamare qualcuno dovevi cercare un telefono pubblico. Era anche il periodo più glorioso del marchio di quel logo e io lo associo alla mia infanzia e ad un periodo pre-digitale, dai ritmi più umani. Era il logo Alfa Romeo su un frontale tipico di quegli anni: Oo=V=oO.

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Guidare un’Alfa Romeo

Alfa-Romeo-Giulia-abitacolo_02Parliamo di cose futili (dai, siamo in vacanza!). Premetto anche che non sono un fanatico dell’automobile, uno che la lucida ogni giorno ed ha paura di lasciarla al parcheggio. Mi piace però guidare – e la macchina mi serve. Visto che costa anche molto comprarla e mantenerla, almeno cerco di avere un’auto che mi dia delle sensazioni piacevoli quando la guido – e non parlo solo di prestazioni. L’automobile può essere molto più che un mero strumento, a volte necessario. E’ la sintesi di tecnica e design, per molti è uno status symbol. Certo non per me. Io cerco altro in un’auto. Continue reading