Musica liquida o musica solida?

Sono sempre stato assertore del fatto che il digitale, sebbene molto comodo per tante cose, ci costringe ad andare di corsa e a fruire superficialmente il prodotto o la forma d’arte. Ho sempre sostenuto su questo blog che il mio insistere nell’usare strumenti analogici quando posso è dovuto ad una necessità di riscoprire altri ritmi di tanto in tanto, più umani. Quindi mettere un disco in vinile per ascoltare musica consente un maggiore approfondimento, una fruizione più completa dell’opera d’arte (anche solo perché ci è impossibile saltare da un brano all’altro ad esempio, o estrarne una “playlist con un ordine diverso da come l’ha concepita l’artista). Ma acquistare nuovi dischi sta diventando molto costoso e quando penso che per comprare un disco dovrei spendere 2 o 3 mesi di abbonamento ad un servizio di streaming, anche io comincio a riflettere. Ne vale la pena nel 2023 insistere con l’analogico? Specie se non si naviga nell’oro?

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I costi del restare analogici

Riflettevo (e non sarebbe la prima volta) sui costi e l’impegno di continuare a usufruire di musica con un giradischi analogico. In realtà il sistema analogico non è intrinsecamente superiore a quello digitale. La qualità sonora dipende dalla registrazione originale, dalla sua masterizzazine e da come è stata creata la copia di cui usufruiamo, che sia un disco un vinile, un CD o un file. Ho dei dischi in vinile che suonano peggio dei file MP3 delle stesse tracce! Sono abbonato a Tidal HiFi e per 10 euro al mese ho tutta la musica che voglio in qualità CD (anche di più dato che lo streaming in banda larga oggi va incontro a meno errori della lettura dati da un disco ottico). Quindi chi me lo fa fare? Continue reading  

Aveva ragione il povero Joe…

Quando ero giovane esistevano i “pen pals”, ricordate? Letteralmente “amici di penna”. Ci si scriveva senza magari mai incontrarsi e di solito si trattatava di stranieri con cui esercitare una lingua diversa dalla propria. Magari era la scuola a metterti in contatto. In realtà all’epoca io non l’ho mai fatto, non avevo dei pen pals miei. Oggi con i forum internet è tutto diverso ma sicuramente è più facile conoscere persone con interessi simili con cui ci si interfaccia solamente in modo testuale e magari un giorno si finisce pure per incontrarsi. E’ così che qualche anno fa feci amicizia con un italo-americano di New York conosciuto su un famoso forum di alta fedeltà. Continue reading  

Sono ancora in Grado!

Ultimamente sono stato un po’ indeciso sull’uso delle testine sul mio giradischi Thorens TD-160. Sono affezionato al marchio Grado perché mi piace molto l’idea che negli USA di oggi ci sia una azienda a gestione familiare che costruisce testine e cuffie a mano in un vecchio laboratorio di Brooklyn usando anche vecchie macchine nate per l’orologeria. Ma con le Grado ho avuto grossi problemi. Non per colpa loro (niente Grado dance, Grado hum o… “deGrado” delle prestazioni nella parte più interna dei dischi). La colpa è tutta mia. Sono stato estremamente maldestro nella sostituzione degli stili. Ne ho rovinati tre. Un preziosissimo 8MZ (sono ancora a lutto), un Gold1 ad un Black2. Tutto mentre ero in condizioni economiche che non mi permettevano di spendere soldi per l’Hifi.

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Dilemmi digitali – o analogici?

Ogni tanto sfogo su questo mio blog i dilemmi hifi che nascono dopo certe riflessioni. Ovviamente la parola dilemma la scelgo così esagerata apposta per ironizzare sui tarli che spesso aggrediscono le menti degli appassionati hifi, noti come audiofili. Figuriamoci se questi possono davvero essere dei problemi esistenziali! Ben altro ci dovrebbe preoccupare e diventare un dilemma. Quindi concedetemi l’autoironia e veniamo al punto, perché per uno che ha un blog intitolato “I still play vinyl” e che condivide consigli su come regolare al meglio i giradischi Thorens, potrebbe trattarsi di una vera rivoluzione, qualcosa di totale che scuote le fondamenta. Il lato positivo è che mettere in dubbio se stessi e la capacità cambiare idee è contraddirsi è in rata una cosa positiva…

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I’m more Shure now…

Se i miei due lettori e mezzo hanno seguito i miei post sulle testine per giradischi, li avranno trovati piuttosto altalenanti. In uno di essi ho ammesso una totale confusione. Ma dei motivi ci sono. Il primo è che avevo cambiato amplificatore integrato, cavi di potenza e stanza d’ascolto in un breve periodo di tempo. Ho perso il controllo sul mio suono complessivo e quindi non ero sicuro di cosa stesse succedendo. I miei pochi lettori sapranno che sono affezionato alle testine Grado e al modo in cui l’azienda è a conduzione familiare nei vecchi leggendari laboratori di Brooklyn, NY. Ma ho avuto qualche sfortuna con i miei stili Grado e ho rotto i due che avevo proprio quando avevo perso il lavoro e non potevo spendere soldi per materiale Hifi. In quel periodo accadde qualcosa che mi fece pensare due volte alla mia marca preferita di fonorivelatori e causò un po’ di confusione in quelli che credevo fossero i miei gusti: trovai una testina Shure su un giradischi rotto. Continue reading